— 72 — sul capo questo berrettino; e io dico invece che l’oserò. Non andrà in collera? — Nemmeno per sogno, se ciò potrà farle piacere. — Come è buono! Aveva ragione la zia... Meglio però che io non lo faccia; sarebbe sconveniente, e miss Teck, di certo, mi sgriderebbe! — Chi è questa miss Teck? — Come? Non conosce miss Teck? È la mia governante; è molto severa. Piuttosto le porterò un gelato. — La ringrazio; ma il medico mi ha proibito di mangiarne. » Il dottore, che era 11 vicino, dopo essere rimasto per un momento, immerso in profonda cogitazione, disse : — Quando ci sono io... fa nulla. Ne mangi pure. Lidia corse a prendere il gelato e la cuffietta color rosa che per cortesia aveva chiamato berrettino, se la mise in capo essa stessa, con gran delizia di tutti quei giovanotti. — Lidia Lvovna, — le dissi io, ricevendo dalle sue mani un piattello con un certo liquido di color rosso, che qualche tempo prima era stato un «gelato»—lei è così gentile con me, che mi sento in dovere anch’io di offrirle qualche dolce... Che cosa preferisce? — Le caramelle alla rosa. Nel suo vestitino rosa, col berrettino rosa sul capo, con le gote vermiglie, pareva essa stessa non so se un fiorellino o un confettino del color delle rose. Alle undici l’albero era completamente spogliato; i bambini erano stati portati a dormire e i grandi cominciarono a ballare. Le danze si svolsero ininterrotte e con tanto brìo che perfino Maria Petrovna, quella volta, non potè dire che in casa sua, i suoi ospiti si fossero annoiati. Io ballai due volte il valtzer con Lidia, la quale mi disse : — Lei, balla molto bene, sa? Molto meglio dei giovani-eccettuato però Miscia.