- 96 — — Oh! S’intende, a Miscia glielo può dire!... — gridai in un impeto disperato. — Non soltanto può, ma deve dirglielo. Come non raccontar tutto a Miscia! Egli sarà suo marito. Per qualunque altro, sarebbe questo, il colmo della felicità; ma per Miscia, è poco. Perchè il suo trionfo sia completo, bisogna che possa pure prendersi giuoco di un povero vecchio, al quale, nella vita, non è rimasto altro che... Lida di nuovo saltò su dallo sgabello, e mi gettò le braccia al collo. — Pavlik, caro Pavlik, mi perdoni... Ho detto una sciocchezza grossa. No, no! mi creda!... Non dirò niente a nessuno: nè alla zia, nè a Miscia: a nessuno, nessuno. Sarà un segreto fra noi due. Lei mi vorrà bene come prima, non è vero? Resteremo amici? sì?... Io sentii che ero li lì per mettermi a piangere come un bambino; fuggii, e me ne tornai correndo a casa. Ecco dunque la fine del «mio ultimo amore», di cui ogni delizia è sfumata, ed è rimasta solo la disperazione. Debbo confessare che, appena tornato a casa, mi sentii come sgravato da un gran peso. Almeno adesso tutto è chiaro ; finiti i timori, le agitazioni... Ora potrò continuare a scrivere queste note, senza che nulla venga a mettervi ostacolo. Le ho incominciate con l’intenzione di tirar le somme della mia vita, ma ini sono lasciato trascinare dagli avvenimenti del giorno. Adesso, d’ «avvenimenti del giorno» non ce ne saranno più; resteranno soltanto le somme. Ma ciò che, più di tutto, mi è piaciuto nelle spiegazioni di Lidia, è stato quel tal certificato medico che Miscia Koselskij vuol farsi rilasciare. Mi piacerebbe di vedere, non fosse che di sfuggita, la faccia del medico che dovrà firmargli questo certificato! È pieno di salute, come una trave. Se le facoltà di medicina del mondo intero si riunissero a Pietroburgo, non potrebbero, almeno credo, sco-