LA VITA Nebbiosa canzone, canzone lontana e senza fine... e lamentevolmente monotona... Sorte dolente, vita solitaria, di lacrime e dolori, non interrotta catena... Con un accordo triste essa comincia, Nelle voci dell’ accordo semplice e prolungato odo il pianto che dall’anima erompe, il pianto per la innocente infanzia perduta. Più oltre, scrosci di suoni a distesa, nobili sogni di un giovane cuore; alti sensi di fede, di pazienza, vive passioni, liberi desideri. E che troviamo noi?... Nei sentimenti — sofferenze; nella passione — certezza d’infiniti tormenti; negli uomini — inganno... E i sogni? le aspirazioni? Dio mio! V’è forse molto in essi di duraturo? La vecchiaia si avvicina, di ora in ora, fatalmente; sempre più lenti, più lenti, i tristi accordi... Aspettiamo che sopra di noi, sulla bara muta, risuonino tutt’ intorno voci funeree... E poi?... Ma se pure oltretomba vi fossero ■ canti diversi, vivaci, lieti, sarà pur sempre triste per noi cantare l’ultima strofa della nostra canzone malinconica; difficile sarà scuotere dai polsi le pesanti catene!... 29 Febbraio 1896.