FOGLIE D’AUTUNNO Finiva l’estate. Gli àsteri sfiorivano... Oppresso da cocente, gravosa tristezza io sedevo sopra una vecchia panca e le foglie, sopra di me, inclinandosi, mi sussurravano la loro malinconica storia. « Sì breve è il tempo trascorso da sì che fiorimmo [noi sotto il soffocante splendore dell’estate, ed ecco l’autunno già ne minaccia, e, pochi giorni di calore e di luce, la sorte crudele ne promette. Ebbene! Sia pure che con le fredde sue mani l’inverno ben tosto ne ghermisca; felici noi siamo adesso, sotto questi raggi ; assai più cara è a noi la vita nell’ora dell’addio. Guarda com’è cosparso d’oro il nostro triste parco; come giocondamente i fiori, per l’ultima volta, brillano. Guarda come pomposamente funereo arde sui boschi il tramonto! Noi sappiamo che, pari a un sogno,il mal tempo passerà, che la neve non per sempre, i campi coprirà, che verrà primavera, che tutto intorno si risvegiierà... Ma noi... ci svegleremo noi di nuovo? Ecco... Qui, — protetto dall’ombra nostra, dove ora giace, nella polvere, un mucchio di sterpi, altre volte fiorì un mirabile cespuglio di lillà e le rose fastose fiorirono. Venne la primavera. Glorificando le rose novelle,