49i> il Aprile. li dodici Cittadini che protestarono contro i due articoli di Cesare Levi di Cento inseriti nel Giornale il Libero Italiano. Il cittadino dott. Cesare Levi ha certamente adoperato con imprudenza condannabile, uscendo ora a supporre delle intenzioni ingenerose, e contrarie alla volontà ili tutta Italia, e allatto vane, nel re Carlo Alberto. Ma non hanno adoperato con senno migliore cpiei suoi correligio-narii che supposero che le acerbe e troppo inopportune parole di lui potessero essere rivolte su loro tulli. Quando mai dalla parola d’ un solo individuo, a cui non fu palesemente delegala rappresentanza di sorta, si dedussero i pensamenti, i voleri, F animo di lutto un paese o di tutta una schiera? Deduzione cosi irragionevole e così zotica la potrebbero fare solamente gV insipienti ; ma chi può volersi dare la briga di tener dietro alle dicerie ed alle deduzioni di tutti gl' insipienti, e quadrar tante teste? Spiace poi che abbiano usato nella loro protesta di parole troppo lontane da quella moderazione che oggidì è uno de' bisogni maggiori del paese e de; maggiori doveri di ogni persona bennata? È forse necessario, per non accendere odii fuori di casa, suscitarne entro ? G’ era ragione di maltrattare F incauto dott. Levi, dopo la lezione che il paese gli avea già data, e di chiamarlo uomo in cui è spento ogni lume di sapienza, senza logica, di mente meschinissima, pianta velenosa, matto, iniquissimo, svergognatissimo? Volete tanto far credere di stimarlo, che tanto lo volete abbassare ? Voi deplorate gli abusi della stampa^ ma e questi vostri sono abusi sì o no ? Moderazione, o fratelli; e logica, o fratelli. UNA GUARDIA CIVICA. 11 Aprile. CITTADINI! La libertà della Stampa, di certo ella è un dei doni, o meglio dei principali diritti dell’ uomo libero, ma guai a quell’ uomo ed a quella nazione, che ne abusa, che ne cangia il fine, che ir usa a disfogare una qualunque passione ed animosità! Nè può alcuno essere scusalo se anche per sola inconsideratezza alzi la voce sopra ciò che la ragione e la religione vorrebbe coperto dal manto della carità, o tenuto in serbo perchè più prudente ed utile il silenzio. Altrimenti questo prezioso diritto lungi dal divenire alimento di vita, non farebbe che condurre al disordine, al precipizio. E di vero, dal venturato giorno della nostra libertà uscirono vari scritti che onorano veramente i loro autori e che presi in considerazione,