5GG Da ciò ne sorge la necessità clic seguano tranquillamente i consigli e convocati comunali che le respettive rappresentanze troveranno di radunare ad oggetto di non intralciare il corso dell’ordinaria pubblica gestione, c per non accrescere coll’ arenamento dei lavori preventivati, e colla sospensione dei versamenti da farsi i bisogni che ogni sconvnlgimento politico porla seco naturalmente sulle prime. Non può quindi dubitare il Comitato, che questa popolazione non voglia riconoscere l’ assoluta necessità, che i particolari Uificii locali prov-\ isoriamente mantenuti, disimpegnino le loro incombenze, perchè altrimenti dubiterebbe dei saggi finora offerti di sua intelligenza e bontà. IL COMITATO Mmcovicn — A utilizzi — Pomai — Tozzi —Cauli — V.Pinton — Bernardi. Il Si'gr. Gio. Toppani. 15 Aprite. .U FRATELLI VENEZIANI, I TRIESTINI. Non appena ci giunse l’annunzio che il propugnacolo del decrepito assolutismo era distrutto, noi esultammo fratelli per voi, e volemmo essere primi a recarvi la lieta novella e l’insperata salute, e quando voi nell’esultanza della vostra gioja ci rimandaste il vostro fraterno ringraziamento e il vostro primo saluto, il nostro cuore palpitò di tenerezza, e con lagrime di gioja sorridemmo al lieto avvenire della nostra patria, ed era ben tempo: perchè troppo a lungo avevamo gemuto, e invano sperato e pianto per la redenzione nostra e dei nostri conculcati fratelli. Ma l’ora della ressurezione era suonata, e noi in quel primo istante di fraterna effusione vi avevamo giurato che qualunque fossero le nostre sorti future, saremmo stati sempre per voi altrettanti fratelli ed amici. Oh! fosse stato quest’accordo duraturo, siccome l’affetto che a voi ne lega! Ma la nostra sorte malaugurata voleva altrimenti. Una fazione nemica della nostra patria e venduta allo straniero, seminava tra il nostro popolo le diffidenze e le gelosie, e con le suggestioni insidiose, con le codarde paure e la venale corruzione faceva innalzare un grido sacrilego e fratricida contro di voi. Ma queste grida prezzolate non trovarono eco nei ranghi del nostro popolo, esse non furono accolte che da genti a noi straniere, per indole e per costume, alle quali non ci accomuna nè il linguaggio nè l’afTetto. Noi col cuore gememmo che in tal guisa fossero travisati e falsati i sentimenti del nostro animo, e più grave ci fu questo rammarico, quando sentimmo che a quel barbaro e immane grido rispondeva la vostra maledizione e il vostro insulto. No, fratelli! non si contamini l’ora solenne del vostro glorioso trionfo con una parola di scherno e d’imprecazione contro quest'infelice città che conta pur tanti cittadini di cuore e sentimento italiani e che sentono