509 soglio piaggiare nè i re nè i grandi, ma non credo che la condizione di questi escluda V amore, poiché d’amore fervente e operoso vidi anche Ira loro esempi assai belli. E quanto alla religione ehe aspettate, le vostre mistiche parole non lasciano intendere se sia F antica ravvivata, o una nuova da trovarsi. Dal conlesto apparirebbe quest’ ultima, perchè consigliate il Papa a muovere dal pie’della croce, purificando cullo e dogma, e innalzarsi d’un passo verso Dio. Se volete una riforma del dogma, Pio IX non farà questo. Non si scosterà da quella croce, che per lui risplende di nuova e gloriosa potenza, onde creare un cullo alla Ilébcrt, o Chaumctte. Non imprenderà il sacrilego lavoro di purificare un dogma, clic uscì da Dio, ed è come lui eterno. Non toccherà il sacro deposilo di quella verità, eli’ egli ha proclamato inviolabile con quella voce che tutta Europa crede. Se parlale di culto umano, cF istituzioni umane, di leggi umane, allora non \i sono avversario. L’età in cui ora viviamo è nuova, portentosa, incomprensibile; pare che non si attacchi al passato, ma sorga improvvisa a smentire ogni previdenza, onde a questa nuova età occorrono forse alcune nuove forme di leggi e istituzioni. Dico forse, perchè la Chiesa, divina nelF origine, cosmopolita nella tendenza, provata per XVIII secoli, è più vicina che non si creda alla massima possibile perfezione anche nelle sue leggi umane. Ma se le riforme occorrono, nessuno ha diritto di suggerirle alla sapienza d’ uh uomo, che senza adulazione può dirsi il massimo del nostro tempo. Che se finalmente invocale un ulteriore sviluppo, una più forte attività de’gran germi salutiferi, racchiusi nell’idea e morale cristiana, allora sono pienamente e di lutto cuore con voi; anzi tengo per fermo che quando il vecchio mondo, che se ne va, sia pienamente crollato, non potremo stabilmente ricostruirlo, che prendendo per codice il libro, che annunciò F universale fratellanza. Padova 10 aprile 1848. Fu asce sto Nardi sacerdote e prof. 12 Aprile. {dalla Gazzella) GIUSTIFICAZIONE DEI TRIESTINI Al VENEZIANI, Per te, per te, che cittadiui bai prodi Italia mia, combatterò .... Silvio Pellico. Grave al certo e penoso è l’incarico ch'io mi sono assunto, e comunque olire a ciò io creda d’incorrere nel biasimo di molli, pure, forle della mia coscienza e conscio di non operare che pel bene, sin d’ora mi 'i sotlometlo. Varie, e sfavorevoli pur troppo all’Italia furono le dimostrazioni, qui fatte da alcuni giorni; in queste però, alcuna parte non presero i Triestini, Nè ciò vi farà meraviglia, se conoscete cpme sia fondata la po-i