540 schiera di Piemontesi e Lombardi. Anche duecento Ponlifìeii giunsero a Ponte Molino, tagliarono il ponte sul Tartaro, e si spinsero a Sanguinetto e Nogara. Abbiamo da Trento clie IMI arrivava l’ordine di levare 14 cannoni da quel Castello per ¡spedirli verso le Giudicane, ove dicesi succeduto un latto d’ armi fra i Corpi franchi Svizzeri e gli Austriaci con la peggio di questi ultimi. Nel giorno 42 aprile continuò la battaglia fra gli Austriaci e i Piemontesi. Le vicende della guerra non furono, come speravasi, decisive. I Piemontesi tennero sempre il guadagnato terreno, ed ebbero nella giornata molti vantaggi; solo sulla sera (e dicesi ad arte) perdettero tre cannoni ed una bandiera, che costarono agli Austriaci gran perdita di gente. Fin oltre la mezzanotte entrarono in città carriaggi di feriti, e Verona può dirsi presto un ospitale Austriaco. Il fatto d’ armi ebbe luogo nelle situazioni di Dorso Buono Vigasio, cioè alla distanza di ciuque miglia da Verona. Sulla sera gli Austriaci si ritirarono, parte ia Verona e parte sotto le mura della medesima. Dalle sei alle sette gettarono due ponti sull’ Adige, F uno a Chievo, 1’ altro ad Arquaro, un miglio da Verona. Alle ore 9 della stessa sera uscirono da Porta Nuova seimila uomini e da Castelvecchio, per la Porta che dà in Campagnola, la maggior parte Granatieri italiani che si rifiutarono cogli altri loro, di battersi coi Piemontesi ; a scorta di questi ultimi c’ era la cavalleria degli usseri con sei pezzi di cannone; l’altro corpo di cavalleria rimasto ia città usciva esso pure per la strada di circonvallazione dell’Adige Porta Vittoria, Porta Nuova, Porta S. Zeno. Nella ritirata i Tedeschi devastarono, con saccheggio ed incendii, i paesi ove passarono. Un corpo di Svizzeri passò il lago di Garda alla volta del Tirolo. Si dà per certo che a Sanguinetto, distretto di Legnago, sieno giunti ottomila Papalini. Non si parla più di ritirata dei Tedeschi, nè, al caso, (piai sarà la via prescelta. Oggi 13 cominciò la battaglia su! fiume Adige fino dalle cinque del mattino. La pugna ferveva al Chievo, un mezzo miglio dalla città, e dalle stesse mura sortirono alcuni colpi di cannone, allorché alle 8 partì la staffetta. In Policella, al di là dell" Adige, sino alle 42, vi erano molti Piemontesi. PER INCARICO DEL GOVERNO PROVVISORIO Il Segretario Generale ZENNAR4. \ 4 Aprile. NOTIZIE DELLA SERA. Le diserzioni dei militari appartenenti all’ esercito austriaco sono continue ed importanti. Un ordine dd gior.io d;l generale DURANDO, in data 10 aprile da Bolog.ia raccomanda ai suoi sniditi, 8 V) bravi Ungheresi, che rifiutando di battersi contri la nazio.ie italiani, d >;madir mi il libero passaggio.