432 7 Aprile. I'adrr, nostro ilivin che sei nei Cieli Pietà del nostro duol sì lungo e fiero , Signor ci scampa dilli* ugne crudeli Dello straniero. Fia sempre il nome Ino santificato E tante volte e tante benedetto Quante 1’ augel bifronte è bestemmiato E maledetto. Oh venga il regno tuo, regno d’amore Che a Pio fu dato d’imitar qui in terra Che la virtude innalza ed all' errore Fa cruda guerra. Sia fallo il voler tuo se anco ritarda Quel giorno di vendetta e di riscatto Che vegga Italia e la nazion Lombarda Strette ad un patto. In Cielo e in Terra questo giorno è scritto In cui la Biscia ed il Leone alato Di libertà coll’ armi il sacro drillo Àvran compralo ! Dacci hi il nostro pane quotidiano Che lo Stranici’ ci strappa fin di bocca ; Il vaso è colmo per la tua Milano E ornai trabocca. 1 debili che abbiami Signor perdona A quella guisa che paghiamo Dei trattati di Vienna e di Verona Veri tranelli ! Non ci lasciar cadere in tentazione Ma rinforza in noi lutti e core e mente E vincerei« nel dì della tenzone Sicuramente. Ma Salvaci dal male, e dai Tedeschi Deb salva l’infelice Lombardia Dall’ Aulico consiglio e da Radeschi E cosi sia ! (*) Un Italiano di cuore e ili nascita onde rendere omaggio alIVsimio autore di questo Pater noster, a lui pervenuto nel momento in cui l’Austria promulgava la Legge stataria, lo rende ora di pubblica conoscenza, sperando di fare a molti cosa »latissima , all’autore non discara.