G(i3 luro ¡I sapere e ¡1 giudizio, e nella facoltà, in fine, di guarentirsi che questi rappresentanti non abbiano per ignoranza, ignavia o malignità ad abusare del conferito mandato in danno dei cittadini rappresentati. Anche un buon governo repubblicano deve dunque essere rappresentativo: anche in tale governo i due grandi elementi dell’organizzazione sociale, vale a dira i poteri legislativo ed esecutivo, debbono esercitarsi in nome di tutti dai più probi, saggi ed illuminati: e la suprema libertà politica sta in questo soltanto, che, senza ostacoli frapposti dal personale interesse d’individui o di caste, senza odiose (quando inutili) distinzioni di nascita, di grado, di professione, di culto, di censo, siano collocati fra gli elettori e fra gli eletti i cittadini più degni, ossia più proprii per le loro attitudini al conseguimento del bene comune. Stabilire il numero e le attribuzioni dei rappresentanti del doppio potere, regolare il modo delle loro elezioni, e guarentire la comunanza dagli abusi e dagli errori di quelli, che verranno scelti ad esercitarli, ecco i tre grandi e difficili quesiti, che siamo fra breve chiamati a risolvere. Una camera di deputati, una seconda di senatori, un presidente generale della repubblica^ è Fidea più ovvia che ne si presenta per ¡’esercizio del potere legislativo: idea forse meglio opportuna d’ogni altro, anche per lo motivo che la simiglianza di tale governo cogli altri vigenti oggi in Italia, viemmeglio stringendoli fra loro con intime relazioni, refi-derà più agevole la fondazione della proposta e da tulli invocata federazione italiana. Una camera di deputali scelti egualmente fra tutte le provincie iu proporzione del numero degli abitanti, ed usciti dal seno del popolo, è atta a conoscere tutti i bisogni, e l’estensione delle gravezze eh* esso potrà sostenere. Uu senato compostò di minor quantità di persone, le quali per età e per esercizio di precedenti ufficii siano assennale e sperimentate, giova a temperare le utopie dei deputati, e modificare, dietro maturo esame delle circostanze, le leggi che fossero dai deputali proposte. Un presidente generale, centro dell’ azione legislativa ed esecutiva ad Ut» tempo, è in grado di giudicare più che altri intorno all’ opportunità 0 meno delle leggi progettate e discusse; di modo che tornerà utilissimo il vincolarne l’efficacia all’approvazione di lui. Non approvandole nell’intervallo statuito, sia il presidente in obbligo di retrocederle co’ motivi del suo rifiuto; ed in quel caso non possa la legge essere operativa sull» semplice pluralità de’voti; ma ripropostola, debbano concorrervi due terzi almeno de’ suffragi di entrambe le camere. Il presidente della repubblica dovrebb’ essere elettivo, temporario e risponsabile. Questi tre caratteri importantissimi costituirebbero la principale differenza fra la nostra repubblica e le monarchie costituzionali. L’eleggibilità promette la scelta maggiore; la temporaneità assicura l’allontanamento de’meno degni senza violenti moti politici; la risponsa-bilità fa sperare uu giusto contegno ne’limili del grande mandato. La breve durata in ufficio, quella poniamo di tre o quattro anni, offrendo *! tempo di operar il bene, non ne laseia tanto da volgere la volontà al male. L’ ambizione di riconcentrare i poteri, la seduzione dei rapprese»' tenti del popolo, uotv sono a presumersi in chi fu e deve tornar? prim ato,