670 Romagna, che pur qui sono, correte a piombar su que’perfidi, che infine a Voi, nel vostro terrestre paradiso, nell’estremo loco della penisola vennero a portare le catene, il lutto, la disperazione. E se PIO non era, che ’1 trapassare ne’suoi stati vietasse, se il vostro Re non convertiiasi alla ragione, quarantamila di que’sgherri erano a questi giorni riservati a far di Napoli Cracovia novella. Vendetta per Voi, per questi miseri fratelli vostri Lombardi e Veneti, che più d’altri languirono sotto il ferreo giogo della più scellerata perfidia; vendetta per Italia vostra che tanto sofferse dell’Austriaca ingorda prepotenza; vendetta per la Umanità intiera, e per l’augusta Religione de’padri nostri che i teutonici mostri ebbero sì nefandamente vilipesa, oltraggiata. Infamia, maledizione agli scellerati nemici nostri; e se resistono, csterminio, morte, crudelissima morte; ch’eglino si sono fatti indegni di ogni misericordia quando si dierono manigoldi ferocissimi al carnefice Radetzky in Milano. Oh! come da quelle misere contrade a noi viene pietoso e in un terribile ancora il suono de’vecchi, delle donne, de’bambini empiamente trucidati! Oh! quel lamento de’morti chiama la morte degli assassini: Essi l’abbiano!... Non noi, di essi ’1 boja sarà detto Radetzky; noi vindici della natura, ministri della giustizia di Dio. Viva d’Italia la libertà, l’unione, la nazionalità. \'iva PIO, e la mente, il cuore di lui, che gli meritarono il titolo mai perituro di Primogenito d’Italia, di Salvatore e Proteggitore nostro. Vivano i Crociati di Napoli, Viva F Ospitalità Rodigina. Viva il provvido Comitato di Rovigo, il Presidente provvidissimo, generoso, Domenico Angeli. 21 Aprile. AL MERITO VERO E DISTINTO sai ©aa&a&sia MAGGIORE DELLA GUARDIA MOBILE I. LEGIONE, COMANDASTE IL TERZO BATTAGLIONE SITO AL LIDO. MBIT®, Chi te non loderà che tanto oprasti E per la Patria, e pei Soldati suoi? Ognun comprende, questo sol ti basti. Che a te già spetta il serto degli Eroi. Difender sai la libertà e il mostrasti Con la penna e col brando, e il sappiarn noi, Noi che con gioja di Fratello amasti, Noi eh’esser ci vantiam militi tuoi!