725 Un diritto di proprietà sovra di noi? La prepotenza di Napoleone, che ci ha conquistati coll’armi, e un illegittimo acquisto, che essa poscia ne ha fatto da lui! Ma le nazioni, e il popolo Italiano, non erano cose da poter farne sì turpe commercio ! L’odierna civiltà Europea non riconosce titoli, che siano contro ragione, o contro natura. La frode e la violenza sono germi, che esercitati contro un paese, sviluppan più tardi la medesima pianta; sangue domanda sangue, un atto illegittimo viene distrutto, da un altro atto, che non è più illegittimo, ma santo; e questo è delle umane cose giusto destino, è volere di Dio ! Oh! sta a vedere, che voi ridete adesso perchè un pigmeo, quale pensate ch’io sia, osa sperare che alcune parole, alcune rancide idee, pur troppo sempre cadute nel loro nascere possan mutar faccia alle cose; possano spuntare le spade, e vuotare i tesori dei Re! Conte d’IIartig, la ragione si porta là, dove manca; a Voi la reco, ed al vostro Sovrano; ed ove questa non valga, io siedo; ogni altro mezzo è per me sempre ingiusto e dannoso: l’àncora dell’uomo è la sola ragione, la ragione è la mia sola speranza! Yi parla un uomo di pace, un uomo che abborre la guerra, che ha ripugnanza per l’armi: perchè riconosce, che la ragione educa l’uomo alla giustizia, le armi lo educano alla prepotenza, la ragione è sempre un mezzo competente e naturale aila decisione di qualunque contesa; le armi sempre mezzo incompetente, e contro natura; perchè appoggiato alFazzardo e contro la vita; ed è incompetente perchè nella guerra è lo stesso, che dire, onde riconoscere se tu hai abusato del potere a te affidato, vediamo chi ha più forza. La lotta della ragione è sempre lusinghiera, perchè conduce a speranze infinite ; quella delle armi sempre desolante perchè l’uomo più giusto può esser vinto dal destino d’una palla; con la ragione uno può trionfare contro tutti; coll’armi mille non sono individualmente sicuri contro un fucile! Eppure in mezzo a verità sì luminosa, la guerra talvolta si rende pur tanto necessaria, quando sorga l’oppressione dei Re, guerra che da lungo, era fervente nei nostri cuori, e si senliamo adesso tremendamente tuonare d’intorno; e contro cui V Austria è sorda, nè sente il bisogno di farla cessare, l’Austria che sola ne ha la colpa, e che sola ha il dovere di cedere. Soffrite adunque, ch’io porga almeno a Voi, ed al vostro Sovrano alcune nozioni forse troppo elementari per la dignità vostra, ma che i fatti del giorno mi rendono necessarie, a svegliarvi la mente che per lo meno avete assopita. Due sono i gravi errori, che sfasciano i regni e ribellano i popoli; abuso di sovrano potere, e disprezzo alla nazionale indipendenza di quei paesi, che si vogliono dai Re governare per forza! Ogni Sovrano è il primo fra i servi della nazione che regge, ed ogni Sovrano ha quasi, sempre creduto d’esserne invece il primo padrone; di poter fare dei beni dello stato, e dei proprj sudditi un suo patrimonio; ha errato niente meno che nella essenza e nello scopo della sua destinazione. La formazione ed esecuzione delle leggi, l’amministrazione delle rendite, la polisca esterna, ed interna del proprio paese, rendevano fino ab origine il servigio d’ogni Sovrano sì laborioso, che nessuno diveniva certo più