516 degli Unni, e portentosamente strappato nel giorno memorabile del Sii! marzo 4848, alla rapace ingordigia dell’uccello grifagno, che morderà per certo la polve lino a lauto clic la schietta e dignitosa fratellanza dei popoli liberi ed indipendenti d’Italia proclamerà i principii d’ordine, di concordia, di pace, di evangelica uguaglianza, invitando tutte le nazioni del mondo a seguirne ;il magnanimo esempio. Viva PIO IX ! Viva la libertà e la indipendenza d’Italia, e di tutti i popoli inciviliti dell’Europa, del mondo! Viva Venezia! Viva la libera parola, la libera stampa, la fraterna concordia, la carità cittadina. Il Cittadino LUCA LAZANÈO, 12 Aprile. Viva Gesù! Viva Maria! Viva S. Marco! Viva Pio IX! Viva Venezia! Viva V Italia! Viva la Repubblica! CITTADINI! Ad ogni intelletto umano per assai corta estensione, e per ristrettezza di limiti cui è circoscritto sembra affatto impossibilé, o quasi sogno il rinascimento della nostra gloriosa veneta Repubblica; e ciò non senza valevoli fondamenti. Imperocché solidità d! intelletto, dicono i metafisici, è la deduzione, ossia raziocinio. Questa solidità, profondità, acutezza, si acquistano colle meditazioni Logiche, Storiche, Etiche, colie ricerche Matematiche e Fisiche. Ecco le basi sopra cui non trovava appoggio nessuno F intelligenza umana nel glorioso avvenuto risorgimento della Repubblica veneziana. È indubitabile assioma che ogni effetto deve aver la sua causa, ma non bastarla deve aver anche della sua natura medesima. No, sf diceva per opinion comune : la Repubblica veneta è nata gemella col nascer della stessa città, quindi allor che Venezia rinascerà, con essa dunque ritornerà la Repubblica. Altri bene dicevano: finché esiste la causa, è sperabile sempre di vederne 1’ effetto. Ma torna in campo qui la ragione, che dai sensi al più delle volte è ingannata, e disse: tutto è vero, ma fra la causa e l’effetto vi è una espugnabile c potente muraglia, che forma non difficile, ina impossibile all’ umano vedere, di essere condotto all’atto di prodigioso ottenuto effetto. Imperocché onde dare esistenza a ciò che.più non era, faceva duopo la combinazione di più cause le quali agissero contrariamente nel punto stesso. Conveniva istantaneamente dar forza e vita al debole, all’ oppresso, all’esangue, all’estinto; e togliere al tempo stesso al sano, al robusto, al potente di ogni vigore il potere. E chi potrà questo in un solo istante vedere eseguilo senza non confessare che esiste una causa dispotica, assoluta, che sopra tutte le altre cause agisce epnie sola necessaria, efficiente, e sta nel suo libero bene-