522 mangiato da’nemici di questo benedetto Governo. Gl’impieghi tuttora occupati da gente tedesca, alle Poste, Finanza, Polizia, ec. Si prega pertanto di dar piuttosto questo pane a que’giovani Italiani, che per talenti, capacità, ed amore alla pairia non la cedono a’ tardi Austriaci che a ben riflettere non sono che Spie di questo bel paese, e che nel loro cuore sospirano 11 ritorno de’nostri oppressori. Viva l’Italia! Viva Pio Nono! Viva la risorta Repubblica! Il Citictdino PIETRO PUPPIN. 12 Aprite. MIEI CCUCITTÀDIFI E CCITSITTADIITE! Lungi dal biasimare ([nelle Donne e Cittadine che offersero le loro prestazioni per opera di mano ed ajuto della guerra e sollievamento dei feriti, dirò loro che ogni buon Cittadino, deve rendergliene lode e grazie, e desiderare di trovare all’occorrenza tutte le altre ben disposte a, in tal modo, cooperare alla salute della patria e dell’Italia. Egualmente dirò che onore e lode meritano per la buona disposizione in cui sono di adoprare l’armi e di custodire questa magnifica e grande Città. Diffatto i nostri ringraziamenti loro son dovuti, perchè dobbiamo ritenere che dal solo spirito patrio sieno animate. ^ Ma dirò poi che, lode al Signore, non siamo a quel punto che in quanto alle armi ed alla difesa usare di esse dobbiamo, e che ciò facendo, si anderebbe a sconcertare e capovolgere l’ordine sociale che deve essere il principale punto di vista. Non siamo a tale, come dissi, di avere di loro bisogno, perchè il nemico non è sì forte da incuterci tanto timore. Non ne abbiamo uopo di esse, perchè lontano e lontanissimo è il pericolo che la nostra brava Guardia civica stazionaria possa essere chiamata altrove. Non ne abbiamo infine bisogno, perchè oltre i chiamati a far parte della detta Guardia vi sono ancora, lode al vero, abbastanza petti nazionali vegeti e pronti a far fronte al comune nemico, e molto più a garantire la Città nel caso di pericolo. Pertanto concludo col dire e sostenere che se attualmente o per l’avvenire si prevede la necessità di un maggior numero di Guardie nazionali, si chiamino anco gli oltrepassanti l’età dei cinquantacinqu’ anni prescritti a termine, si vadi fino ai sessanta, come fu latto a Milano, ed oltre anco se si crede, ed in questi saran trovate delle braccia forti, intrepido cuore, e caldo amore di Patria, e si riservino le donne alle prime