760 raccozza il nerbo delle sue truppe: colà dev’essere il campo dell’ultima battaglia dell’indipendenza Italiana. E colà la Patria v’invia sotto il comando d’un prode, rinomato nei ricordi dell’italica milizia e dell’italica libertà. Poteva darvi un premio più degno di voi e della nobiltà degli animi vostri? E a voi associa un drappello di giovani che riportarono le prime lodi del coraggio e dell’ intelligenza nelle cinque milanesi giornate. Ad essi è confidato il farvi gli onori di questa Pairia che voi avete riguadagnata mercè la loro vittoria. Milano, dolente di non avervi potuto festeggiare tra le gloriose sue mura, a voi gl’invia perchè vi rechino le significazioni del suo cordiale c riverente affetto. Milano confida che voi seco loro stringerete quella severa amicizia del campo, che riceve aumento da tante diverse emozioni, ed a vicenda alimenta le virlù più disinteressate e sincere. Ella confida ancora che le sarà concessa la gioja di vedervi e di sciogliere verso di voi il debito dell’ ospitalità, quando, tornerete gloriosi d’aver cooperato a far la Patria comune libera e franca da ogni straniera signoria ed influenza. Siate dunque i benvenuti, o volonlarj animosi : la Patria attenderà impaziente le vostre novelle dall’Adige e dal Tagliainento: ella è sicura, che risponderanno al vostro coraggio, al vostro patriottismo ed alle sue speranze. Milano, 28 aprile 1848. CASATI, Presidente — BORROMEO — DURINI — L1TTA — STRIGELLI — GIULI NL — BERETTA — GUERRIERI — TORRONI — MORONI — REZ-ZONICO — Ab. ANELLI — CARBONERA — GRASSELLI. Correrti, Segretario gcn. 29 Aprile. IL RXTC32TC UT TISEITSA DEI CROCIATI FATTI PRIGIONI ¡NELLA SPEDIZIONE SUL TERRITORIO VERONESE, E CONDANNATI A MORTE. I. Fratelli miei che del tremendo Marte Moveste arditi a sostener la legge, Per cui tanta di gloria a voi die’parte Quel GRANDE, che rivendica, e corregge L’antiche ingiurie, onde in eterne carte La turpe istoria lo stranier pur legge, Vi porto anch’io nell’italo saluto, Nel cor che balza il più gentil tributo. IL Potessi ad illustrar cotanto giorno De’vati eccelsi guadagnar la reggia,