• ¡¡ili : uno rqgola la navigazione nel lago di Scutari e nella Hoiana ; un altro le comunicazioni fra le regioni di Scu-tari e di Podgoritza o l’alta valle del Lim (regione del Yer-mosh, Gusinic, Piava); un altro permette il libero accesso degli Albanesi della montagna al mercato di Giacova, e la coltivazione dei terreni che la frontiera ha lasciato nel- lo Stato viciniore ; un altro, infine, permette l’accesso degli Albanesi ortodossi al monastero di San N'aum. 22. Denaro e lavoro italiano in Albania. Non intendo qui ripetermi sullo sfruttamento delle risorse minerarie albanesi (già ricordato al § 16), per cui sono al lavoro I’*• Azienda Itai.iaxa Petroli Albania (A.I.P.A.), per conio delle nostre Ferrovie dello Slato, nonché la «Società Italiana delle Miniere di Seleni/za » per l’estrazione del bitume, e la « Società Italiana giacimenti di lignite», perché le ricchezze minerarie del sottosuolo si esauriscono e non si rinnovano. Parleremo invece di quelle opere di civiltà che durano eterne a benefizio non solo della presente ma delle venture generazioni, come quelle di bonifica agraria, la costruzione di ponti e strade, l’attrezzamento dei porti, la sistemazione dei corsi d’acqua, la fondazione di scuole e di ospedali, ecc. I.avori pubblici significano impiego di denaro a carico dell’Krario, e si può immaginare come il nuovo Stato albanese sorto dal caos delle guerre balcaniche, della guerra europea e delle successive rivoluzioni, concluso con la marcia in Tirana nel 1924, dovesse difettare di mezzi propri. Fra l’altro l'Albania non aveva moneta propria, e sottratta al governo turco, rimasta per tanti anni in balia di muievoli reggimenti politici, aveva finito col non credere più che all’oro e all'argento. Due istituzioni favori sin da quel tempo il Governo italiano: la Banca di emissione che creò la caria moneta, e una Società che raccolse fra i