562 Or liberacio Signoreda’nostri nemici, clic sono pur nemici tuoi, e liberaci per lo segno della tua Croce. In questo segno vinceva il gran Costantino alle porte di Roma, e in questo vincono e vinceranno i nostri sotto le fortezze italiche, dove ad ultimo asilo s’annida un esercito sperperato, famelico, discorde, avvilito. Chi è costui, Oloferne diceva di Achior, chi è costai, che osa affermare di poter uomini inermi e senza virtù, e senza perizia di combattimenti resistere al re IVabucodonosor, e alle sue armate ? Una sola donna, o Signori, gli diè la risposta col troncargli il capo, e col mettere la confusione nella casa dell’orgoglioso Monarca. Guardate Milano. Dove sono i sedici mille, che la teneano? dove l’artiglierie che la tormentavano? dove il castello, da cui l’Austriaco spandea il terrore e la morte? Si levò Iddio nel suo furore; perfino le donne e i fanciulli s'animarono alla più eroica dell’imprese; nulla restò, fuorché l’umiliazione, al nemico. Ah, non per nulla parlò un Pio! non per nulla egli volle, che segnassero della Croce il lor petto i magnanimi, che scendono in campo ! I sacrilegi, le brutalità, le rapine, gl’incendii l’obbligarono a tanto. E voi pure, o Signori, foste testimoni in questa Città, come il barbaro malmenasse agli 8 di febbraio una gente innocua e indifesa. Oh sangue tradito de’nostri studenti! oh anime di tutti i prodi, per cui questa mattina in questo tempio si offerse il solenne sacrificio d’espiazione ! Quanto siete racconsolate, se rumor di là viene dei fatti immortali de’Crociati! Voi siete racconsolate non per desio di vendetta, che tace oltre la tomba, ma per ammirazione di valore, e più per ammirazione di generosità e liberalità veramente italiana, la quale si fa incontro a terger le piaghe dei vinti. Chè in questo finalmente ■ consiste la virtù della Croce santissima, non solo nell’ispirare forza e ardimento in quelli che per lei combattono, ma eziandio nell’insinuare sentimenti di perdono e d’indulgenza inverso gli atterrati nemici. Segui, o Croce augustissima, il corso delle tue vittorie, e mentre noi ti adoriamo appiè di quell’Altare, risplendi terribile in campo contra lo straniero al solo oggetto, che, deposte le armi e lasciata l’Italia, rannodi con noi la fratellanza, a tutti gli uomini dal codice evangelico inculcata e prescritta. --—- 15 Aprile. Ora che gli animi, come giova sperare, si saranno calmati dal primo bollore, e che il tempo avrà dato luogo a più mature considerazioni per giudicare senza passione di parte la condotta del Capitano Massimiliano Maffei comandante il Piroscafo del Llotjd austriaco » Arciduca Federico » circa l’incarico avuto da questo Governo provvisorio di rimettere alcuni dispacci alla squadra di Pola, un oculare testimonio dei fatti occorsi