666 quel voto solenne, che lo rende dinanzi a Dio, a Pio IX, alla patria, responsabile dell’avvenire del suo paese e di tutta l’Italia. VIVA L’UNIONE ITALIANA! IL CIRCOLO DELL’UNIONE ITALIANA. 21 Aprile (Padova.) IL GOVERNO PROVVISORIO DELLA REPUBBLICA VENETA ed ai nostri Fratelli di Venezia. Riscattata quasi prodigiosamente questa parte d’Italia da una schiavitù che il despotismo austriaco rendea più dura e degradante, primo sentimento e bisogno dei nostri cuori sorgeva la conservazione della libertà e la garanzia della comune indipendenza. Nello slancio improvviso del genio Italiano alle grida di libertà e d’indipendenza rispondeano quelle più forti e sentite di fratellanza e di unione, qual arra infallibile della nostra salvezza. E però nella necessità della pronta difesa, e nel desiderio della futura grandezza nacque il voto universale dell’ unione coi fratelli liberati sotto quella forma di governo che fosse consentita dall’attuale nostro incivilimento, e determinata secondo le necessità dei tempi dall’assemblea nazionale egualmente convocata per queste provincie Italiane. Da mezzo secolo noi abbiamo combattuto Veneti e Lombardi sui campi di battaglia, glorificato un nostro regno, pianto tra gli stessi ceppi; siamo risorti a nuova ed insperata libertà, e per quanto duri il nome Italiano noi vorremmo formare un solo anello di quella invocata catena che sotto gli auspicii dell’immortale Pio IX s’inaugura col nome dinega Italiana. Noi vogliamo, da tutti si vuole l’unione ed un governo stabilito dalla nazionale rappresentanza in una sola assemblea che sovranamente ne determini la forma, e perciò noi vogliamo, come da tutti si vuole, il mezzo più facile a conseguirne lo scopo : legge elettorale una ed identica per tutte le provincie Venete, Lombarde od altre ancora che volessero partecipare alle nostre sorti. Una commissione di deputati di Lombardia solo attende che da noi si risponda all’invito di quel governo provvisorio ed al desiderio del magnanimo Alberto per discutere e stabilire la legge elettorale, onde prontamente sia convocata quella rappresentanza nazionale cui spetta lissare la politica nostra esistenza. Due diverse commissioni o non converrebbero negli stessi principi!, o riuscirebbero a diverse determinazioni; e la nazionale assemblea non più identica ed una sulle basi dell’eguaglianza, ma discordante e falsata, struggerebbe l’opera dei veri liberali che prima d’ogni altro aspirano all’ unione.