633 e mille voci si alzerebbero al Signore degli Eserciti, e giugnerebbero a sbaragliare il più agguerrito avversario, ed a compiere l’opera da PIO NONO magnanimamente incominciata. Chè Dio lo ha promesso: il mio popolo m’invocherà’, ed io lo esaudirò: con esso lui io sono nella DISTRETTA, LO LIBERERÒ E RENDEROLLO GLORIOSO. Nè sillaba di Dio mai si cancella. Viva Iddio! Viva Diaria! Viva Pio IX! GIUSEPPE VERONESE. 4 9 Aprile. TITA ITALIA, TUA PIO IX, TITA LA RIPUBBLICA, TUA IMO! Murano un dì Città popolatissima, luogo di delizia ilei Veneti Ari-stocrati, rinomata in lutto il mondo, per le sue Conterie, pe’suoi Specchi, pe’suoi Cristalli, doviziosa da non contarsi quasi un povero tra’suoi abitantij fonte di opulenza alla potente Regina dell’Adriatico, perciò dalla aristocratica Repubblica onorata di parecchi privilegi, fino a poter coniar monete cogli stemmi ed i nomi de’suoi sindaci, madre di uomini celebri in «irti, in scienze, in armi, al cui vanto basterebbero i soli Vivarini, ed il Rallarin gran Cancelliere che soffrì gloriosamente, e schiavitù e slrazii per la gloria Veneta, Murano soggiogata dalla paterna dominazione Austriaca che nell’alta sua sapienza trovava e degnavasi di ordinare checché valesse alFumiliazione ed airabbrutimento de’suoi schiavi, da Lei chiamati suoi diletti, venne scemata di oltre due terzi de’suoi abitatori, vide atterrati in gran parte i suoi Templi, distrutti i suoi palagi, ruinato il suo commercio, e fatto misero pressoché tulio i! restante de’suoi figli, molti de’quali astretti dalla fame dovettero condursi in straniere contrade a portarvi quell’arte che le valse tanta fama, e di cui godeva quasi dissi un naturale monopolio, prossima in fine ad incontrar la misera sorte di Aitino, di Torcello, di Mazzorbo, e di altre isole, un tempo di gran rinomanza, che ora appena conservano un qualche monumento, o miserabili ruderi che attestano al passoggiero ¡1 luogo ove lurono e nulla più. Facile lia dunque Fimmaginarsi da quale e quanta gioja venissero trasportati i Muranesi al primo annunzio che era surta per volere di Dio, per la benedizione del grande Pontefice, e per l’eroico valore di tanti prodi la nuova Repubblica. Essi aprono di già il cuore alle più beile speranze, si para loro innanzi più brillante l’avvenire; ma bastevolmente moderati, conoscono l impossibilità di ottener tutto ad un punto, ben veggono le grandi difficoltà del tempo, la necessità di liberare la Patria dai nostri persecutori e carnefici, l’impossibilità di sbarbicare ad un tratto le male piante che frondeggiavano giganti sotto l’abbattuta tirannide, e di ricostruire un solido ed incrollabile edifizio dove ricoverino le Scienze, le Lettere, le