586 ileo dell’istruzione militare per l’ordinamento del riostro esercito, cessarono per questo solo di appartenere all’esercito del Piemonte, e divennero ufficiali al servigio del Governo provvisorio: la gloriosa bandiera del re Carlo Alberto comparve sul suolo lombardo congiunta alla non meno gloriosa bandiera delle nostre barricate : in somma,, nessun segno, nessun indizio che possa alludere a nulla oltre la cordiale alleanza di due nazioni sorelle. « Questa precisamente, e non altra, è la condizione delle cose e la storia dei fatti : come si possa da questi dedurre una tendenza a miré piemontesi, e farne soggetto d’accusa, noi non sapremmo vedere: una sola tendenza, una sola mira traspare da ogni lato del Governo provvisorio : la conquista dell’indipendenza a fronte dello straniero, e la creazione interna della gran patria comune: però che a questo grande e finale scopo della magnifica unità italiana nessuno sia che non aspiri. A questo fummo noi tutti fino dalla prima infanzia educati : a questo da ben cinque lunghi secoli di sciagure ammaestrati : a questo i grandi nostri cittadini, Dante e Machiavello, Petrarca e Manzoni, tutti, sempre ci hanno solennemente chiamati: questo fu il palpito dei no^ri cuori, il sogno delle nostre notti, il desiderio vivissimo e la speranza ultima nostra : nel tuo santo nome abbiamo, Italia, combattuto : il tuo santo pome fu il primo grido del trionfo: la prima bandiera, che ci fu dato inalberare sulla più eccelsa vetta del Duomo il dì della vittoria, fu la bandiera tricolore, il nostro labaro, il sacro simbolo della patria comune, l’Italia una e sola: questa stessa bandiera, sposata al vecchio Leone di San Marco, sventola adesso sulle antenne e le cupole dell’antica regina dei mari: questa bandiera, associala alla croce Sabauda, insegue oggi sui campi di Lombardia le orde fuggenti dei barbari : sotto questa bandiera ha vittoriosamente pugnato Sicilia: a lei benedisse Pio IX: a lei dall’Alpe al Faro mandano tutti i figli d’Italia inni di gioia e d’amore. « Per ora dunque, e fino a che si maturino i grandi eventi, la linea dì condotta è pel Governo provvisorio tracciata in modo evidentissimo: prima di ogni altra cosa guerra all’Austria, guerra, come dicevano gli avi nostri, guerra a oltranza : e in questo intendimento accordo perfettissimo e cordiale col re magnanimo, il quale, da noi chiamato, accorse in nostro aiuto, bene comprendendo che tutte le parli d’Italia vivono della stessa vita, che nessuno di noi è sicuro finché il nemico sta accampato sul territorio del nostro vicino, che appena la chiostra delTAIpi è difesa sufficiente per tutti, e che il suo Piemonte e la sua Liguria combattono per sé, combattendo per noi nella grande battaglia dell’indipendenza ita* liana. Durante la guerra e fin d’oggi preparare con lunghi e profondi studii le leggi elettorali pei* la futura convocazione dell’assemblea costi* tuente, la quale già deciso e che debba, come doveva necessariamente, emergere dal voto libero e universale. E intanto rammentare sempre a sé stesso e al paese questo grande pensiero che, se la guerra attuale contro ' l’Austria è guerra italiana, non guerra lombarda o piemontese, così giovil altamente sperare che anche la questione politica abbia ad uscire da questi angusti confini di Adige, Mincio o Ticino. « Questa via, la sola diretta e sicura e legìttima, si propone di bai