737 encomio, anziché di disdoro e di biasimo. E qui torna opportuno l’avvertire che i sacerdoti di Venezia, appena conosciuto il desiderio de’ loro concittadini di arruolarsi alla crociata, ne secondarono di subito i generosi impulsi, illuminando i meno istrutti sul vero spirito della medesima, ed associandosi di buon grado ai loro fratelli, per dividerne i pericoli, le fatiche, i patimenti, la morte. Non ommisero però d’inculcare, come ai ministri si addice di un Dio che muore sulla croce e perdona, non ommisero d’inculcare indistintamente a tutti i Crociati, la moderazione coi vinti, il rispetto dell’immagine di un Dio creatore in ciascuno de’loro nemici, sedotti, ingannati, traditi da chi li sospinge ai sanguinosi cimenti, alle stragi, alle rovine, agli eccidit, piuttosto che pervertiti nel cuore od indurati nella iniquità. Non fu dunque codarda paura nei sacerdoti di Venezia il nobile riserbo con cui si diportarono quando fu qui bandita la prima crociata; ma saggezza invece di maturo consiglio, di cristiana carità. Non poterono essi dimenticare che la pugna appiccar si doveva tra fratelli a fratelli, insigniti nell’anima di un segno medesimo di salute , ugualmente redenli dal sangue divino,, figli di un medesimo padre , che fa sorger la limpida sua luce sui buoni e sui tristi, e versa la rugiada ineffabile delle sue grazie nel cuore de’ giusti e de’ peccatori. Sentiranno nell’intimo del loro animo questa verità possente e consolatrice tutti i Crociati veneziani, che ilari staccaronsi dai teneri amplessi delle madri e delle spose piangenti, per correr colla velocità del baleno a combattere la santa causa della indipendenza italiana, onde viver liberi alfine , o morire sul campo. Là sentiranno con maggior efficacia, guidati come sono da otto e più sacerdoti del clero veneziano, parte secolari e parte claustrali , che alacremente partecipano ai disagi della militar spedizione coi loro concittadini^ incoraggiando i timidi, moderando gli ardili, servendo di conforto, di refrigerio, di consolazione a tutti. Stupendi prodigii ogni dì si succedono sotto i nostri occhi in questa lotta tremenda , rigeneratrice di nazioni, che impavide affrontano il despotismo per assicurarsi la propria indipendenza, riconquistandola col sangue e colle prove del più inaudito eroismo, amando meglio di soccombere libere nell’aspro conflitto, di quello sia sopravvivere schiave a ludribrio degli eterni nemici della libertà, i tiranni, gli autocrati, ed i sovrani assoluti di qualsivoglia specie. Ed era pur serbata a questa epoca nostra, a quest’epoca feconda di portenti divini ed umani, era pur ad essa serbata la singoiar spedizione, prima del suo genere nella storia dei popoli, la singoiar spedizione di Cristiani che in nome della croce , e guernito il petto, l’elmo e le vesti di questo simbolo di redenzione, di pace, di universal fratellanza, corrono ispirati da un’ aura divina, ad assaltare uomini al par di essi dalla croce redenti, ed alla croce affidati ; non già collo scopo di proclamare, fomentare ed eseguire la strage e lo sterminio, sotto l’egida invincibile della croce, ma bensì per evidentemente mostrare agl’ingiusti oppressori, che continuando la tirannide, le vessazioni, le ingiurie, alla legge beneficentissima si oppongono dell’universale riscatto, mentiscono con orgogliosa impudenza il nome riverito e benedetto di cristiani, equivalente a quello di figli liberi ed indipendenti di un medesimo padre, della libertà inviolabile muniti di Cristo, che prodigo del sangue divino, francò una volta 47