520 Nè io, che li dettava, ebbi a pentirmene, cogliendo anzi tolonteroso Ìà opportunità, che ora mi si appresenta per ringraziarvi del modo col quale vennero da voi accolti ed approvali. Ma di quale sconforto non torna agli animi delle probe persone, le quali certo formano la grande maggioranza de’Crociati non solo, ma di questa nostra diletta Vicenza, il vedere stampate e diffuse carte dettate dell'astio della malignità, carte imbrattate nel fiele delle menzogne, carte che sconfessate pur sono da chi le scrive, se nello estenderle manca a quel desso il coraggio di sottoscriverle col proprio nome ? Crociali! lo scrivere una lettera orba fu reputata ad ogni ora turpe azione dal consenso di tutti i buoni; lo stampare anonime accuse contro individui, e più contro interne popolazioni, non può non essere reputata turpissima. Quel sicario, che col suo pugnale colpisca alcuno da tergo commette minore infamia di quel pauroso, che celato e nascosto agguatti anonime insidie, e manometta la buona fama e la reputazione di altrui. Se non che que’ Crociati, li quali a Meledo, a Sarego, alla Favorita, a Lonigo, alle barricate di Montebello ed alle estreme di Torri-Confini durar seppero stenti e fatiche ne’cinque giorni, che precedettero alFotto aprile: que’Crociati li quali ai fortini staccati lungo tutta la estesa linea, li quali a Montebello, e soprattutto a Sorio nella memoranda giornata dimostrarono con sì alte prove se sieno degni di fraternizzare coi prodi Lombardi: sì, que’Crociati, io lo affermo, sono sceveri da tanto abbomi-nio. Chi à cuore disposto, chi lo sente intrepido alle grandi azioni, non può concepire neppure la idea di rendere il proprio nome macchiato col nasconderlo sotto lo anonimo di una sottoscrizione. Quindi io lo bandisco ad altissima voce. Coloro, che anno estesa la noia delle infamie esecrate sopra Lonigo, coloro non sono, non ponno appartenere ai Crociati. Crociati infiniti e nascosti; o Crociati sono essi di quello scarsissimo numero, che pur troppo infetta tutte le moltitudini, li quali volsero il dorso all’inimico, nè ebbero la forza d’affrontarne l’incontro. Pertanto abbia quind’innanzi ciascuno il coraggio della posizione sua propria. Lode pertanto e meritata lode a Francesco Pasqualigo, che colla sua protesta dell’undici aprile ridusse a nulla le accuse contro Lonigo scagliate, lo per mia parte, siccome testimonio oculare, attestar debbo la esatta veracità de’primi due paragrafi della protesta citata. Gli altri capi di quelle accuse vengono mano a mano distrutti dalli successivi punti della protesta colla inopponibile forza del più conciso ragionamento. E Voi, o Crociali, disapprovate altamente colle insinuazioni, disapprovate coi fatti il vilissimo Ira i sistemi di scrivere contro qualunque siansi anonime accuse. Ricordatevi, che siamo tutti fratelli, tutti animali da un solo spirito ; tendenti lutti ad un medesimo scopo. E per ben riuscire in ciò, che viene a tutti raccomandato e comandato dalla carità cristiana, rammentatevi quel sublime dettato del Cristo : non fare ad ALTRI CIÒ CHE FATTO NON VORRESTI A TE STESSO. CAMILLO FRANCO Crociato.