442 Armiamci e sian tolti gli antichi rovelli, Il canto intuoniamo del patrio valor. 1/ ascoltino l’ossa de’ padri traditi, E dentro agli avelli tant' anni avviliti Esultin frementi di patria pietà. L’ ascolti la terra : confusa , stupita Si senta a novella risorgere vita, Inneggi alla nostra civil Libertà. 0 patria, eh’ io possa sacrarti una volta Il libero accento d’ un’ alma ritolta Alle ansie, alle noje di torbidi dì. Levita, all’ Eterno m’ udrai la preghiera Per te sollevare dal core sincera, Pregar per chi ’1 sangue ti diede e mori. Oh , salve aspettata bell’ alba felice , Di gaudio, di pace, d’onor nunziatrice, Oh , salve ! Io t’inchino con trepido cor. Fidente al tuo raggio mi prostro devoto, L’abbraccio ed il bacio con trepido voto; Qual’ altra t’ uguaglia nel lieto candor ? 8 Aprile. Già la guerriera tromba * Desta il valore, e invita Ogn’ alma forte e ardita , Il brando ad impugnar. Fregiati della Croce, Del segno tricolore, E più virile il core , Ha più vigor la man. Tolti alle molli piume Corriamo tutti al campo, Di mille spade il lampo, Yeggasi scintillar. Restiam, se tale è il fato, Morti restiam sul campo, Al valor nostro inciampo Un vii timor non è. Si salvi, si soccorra La patria", eh’è in periglio, Coll’ opra, col consiglio, Col nostro sangue ancor. Giuriam vittoria, o morte , Nè ritornar giuriamo Se l’oste non vediamo Vinto caderci al piè. Ma fin che schiavi siamo Noi patria non abbiamo , Se liberlade avremo , Avremo patria allor. Applaudirà al ritorno Anche il bel Sesso allora, Che sempre il merto onora Del prode vincitor. Su via, Soldati, all’armi Si vinca, ovver si cada, Ma la fulminea spada Che mai non brilli invan. Già sempre della Gloria È ricompensa amore; Guerriero vincitore E l’idol d’ogni cor. PENGO.