511 darci a unire a Nugent c Giulay, clic ci dicono s'ingrossano ogni giorno. Entrambi i partili ebbero sostenitori caldissimi, ma nessuno \olle smontare dalla sua opinione e si venne alle ingiurie come sempre accade, e forse ad un nuo\o duello. Dico nuovo, perchè suppongo sappiale quello che seguì l'altra sera fra il colonnello...... e il maggiore ..... dove il primo ha avuta una mano tagliala. Ycggendo la gran discrepanza» che era, Iladetzky montò sulle fùrie c gridò in francese: f’ous fervi cornine ces béles riti Coirseli antique qui ont perdile V Italie pour avo ir votili i tuujours altendre. Celle canaille Ilalienne finirà par vous assommer. Dopo di che è uscito e ha corso a cavallo per tre ore, gridando fra di sè come un demente. Quest’uomo però, che ci parla con tanto impelo, non conosce nulla della nostra situazione; non sa quali piaghe ci rodano, e corno lutto sia fra di noi in dissoluzione. Immaginatevi, caro amico, che non \i sono qui fra noi due ufficiali che si accordino insieme, che tulli i partili più pazzi, più arrischiati, più sleali anche, sono posti in campo. Si tratta in certe combriccole di passare con uu gran numero di soldati dal lato dei Piemontesi; si tratta in altre di arrestar Radclzky e consegnarlo agli avamposti Italiani. Queste proposte, che fanno fremere un ufficiale d’onore, trovano pure dei sostenitori; tulli i freni del dovere e della disciplina si allentano, restano infranti; e ai pochi uomini integri, che pur rimangono, non resta che di morire o di fuggire da questo campo contaminato. Quest’ ultima risoluzione è la mia, e a voi mi tolgo per avere uno scampo. Qui non v’è più nulla da fare fuorché da disonorarsi, ond’io voglio partire finché il mio onore mi rimane. Accordatemi un asilo; voi sapete ch’io non ho mai odiata l'Italia. Qui dovrei partecipare, o alla diserzione infame del mio esercito, o alla più infame consegna forse del nostro vecchio Generale, Ilo la convinzione che, se i Piemontesi ci attaccano presto, non ci difenderemo; i soldati getteranno abbasso le armi e si daran prigionieri; prima che veder ciò, vorrei farmi saltare le cervella con una pistola. Accordatemi un asilo. Noi abbiamo assistito ai funerali dell’impero. Chi l’avesse detto a Mettermeli due anni fa! Ma è inutile tornarci sopra. La contessa, che vi fa ricapitar questa, ha mezzo di farmi avere la vostra risposta. Attendo tal risposta subito, e conto sulla nostra aulica amicizia. Salvatemi da quest’abisso. Qui si macchina qualche tradimento, a cui non posso nè voglio prender parte. Ieri sera vidi arrivar fra l’ombre cerli fìnti Tedeschi, che non sapevano una parola di tedesco e che furono subito introdotti dal colonnello R.....il più gran traditore elle sia vissuto dopo i tempi di Gano. Domani mi dice il mio tenente partono V. . .. e C.....per il campo Piemontese. E tutto questo ad insaputa di Radetzky, che corre ora a Verona, ora a Mantova, che grida, che bestemmia, e clic finisce molte volte col passare tutta una sera al giuoco, »lenire siam tulli minacciali nella vita e nell’onore. Aspello una vostra •'•sposta. Interrompo la lettera, perchè ci annunziano l’arrivo di due par-jnineiitarii. Ditemi se il corpo militare di Durando è ancora a Bologna; •1 movimento di Zucchi ha finito di rovinarci. Se i Pontilìcii giungono presto, potranno ben vendicarci della nostra invasione del 4831, Il vostro L. A,