612 17 Aprila. Li Cittadini DALL’ACQUA ANTONIO, VERONESE ALESSANDRO, OLIVA GIUSEPPE, e FURLANETTO GIOVANNI Capi della compagnia delli lavoranti Calzolai da donna dalla medesima eletti, esternano li loro sentimenti relativi all’argomento. Hanno concordemente stabilito tutti quelli che sono scritti nell’ Elenco esistente in mano delli suddetti Capi della Compagnia, che sono per aderire alle di loro proposizioni, cioè, che ogni lavorante che sarà per essere addetto a qualunque Bottega debba percepire per ogni muda di lavoro Centesimi 29 italiani di più di quello che in passato riceveva, cioè, se per esempio una muda gli venivan pagate Italiane Lire 2 debba riceverne Lire 2. 29; e così relativamente per qualunque lavoro. Se qualche individuo firmato nelFElenco suddetto mancasse a quanto si è detto, sarà calcolato un ribelle verso la compagnia medesima e verrà da quella espulso. Che se poi qualche lavorante per tal ragione fosse dal Padrone licenziato, questo individuo sarà giornalmente assistito della sua giornata dalla Compagnia e si rivogherà alii Capi soprascritti, i quali prima s’informeranno della verità. Viva la Repubblica, Viva l’Italia, Viva XUnione, Viva Pio Nono! 17 Aprile. Quando un fatto, torto e ritorto da Iristi o da illusi, condanna in faccia al mondo una nazione intera, o una intera città, è debito sacro d’uomo rompere il velo sporco deila calunnia e della codardia. — Dirò fatti : agli altri il giudizio — chi può smentirli lo faccia. Primo dovere di popolo libero e civile è rispetto ad ogni nazionalità; rispetto ad ogni coccarda. Quando Venezia diede la prima scossa alle irruginite catene, e in faccia ai cannoni del dispotismo piantò la bandiera tricolore dell’italiano riscatto; un partito a Trieste, creazione di Mettermeli, che la rovina del sant’uomo, o non crede o rinnega, si contorse c fremette. Inulili ire ! Il popolo di Trieste, per quanto pochi tristissimi Fabbiano invilito, contaminato di fango, e reso l’ultimo, l’abbietto al mondo, è popolo generoso, che ha mente e cuore, che a nessuno è secondo per gentili altezze di sentimenti ed affetti; e il popolo di Trieste mandò alla sorella che avea tanto patito, un sorriso di lede, un evviva di gioia. Poi venne il trionfo dell’idea sulla forza, della parola, sulle baionette, e Venezia fu libera. Allora il partilo retrogrado in Trieste, debole per numero, ma forte di perfidia e d’oro, si cinse l’abito di buon cittadino, di onesto