564 ]»itano no» fosse stato impedito dal recarsi nel Porto di Polo, sarebws fallito sempre lo scopo della sua missione senza contare che egli 3tes;«o si sarebbe trovato gravemente compromesso verso il Governo austriaco, presso del cpiale eragli stato già minacciato che verrebbe accusalo qual reo di alto tradimento. Nè al Capitano potrebbe l'arsi ragionevolmente carico, se allorché videsi costretto di proseguire il suo diretto cammino per Trieste, non distrusse i dispacci a lui rimessi per Pola, giacché in tal guisa adoperando, avrebbe egualmente esposto se medesimo, senza togliere per questo che venisse impedita la partenza della squadra da Pola, al quale scopo dovea sempre supporsi che fossero diretti i dispacci. Frattanto in conseguenza di questo deplorabile avvenimento il Capitano Maffei, conosciuto in generale come uomo d’ onore, fu congedato o dovette congedarsi dal servigio del Lloyd austriaco, ed è cosa ben rin-crescevole ed amareggiante per chi ha un’ anima in petto, che oltre la perdita del suo impiego, egli vittima innocente delle più imperiose circostanze sia stato fatto immerilamente segno di pubblica disapprovazione. UN TESTIMONIO DEL FATTO. 15 Aprile. viva l’tribùt mi li umiliai nu pi# i\ì Alle bugie pubbliche, la pubblica smentita siccome naturale difesa. Il popolo di Burano lieto dei prodigii che tutto dì colpiscono i suoi sensi non usa della libertà che quale naturale principio, semplice nei proprii costumi, forte perchè quasi istintivo, perché attinto al libero aere della sua marina. Quella cicalata poc’ anzi indrizzatavi, o Muranesi fratelli, a nome di taluni di questo paese la quale vi designava con fraterno consiglio, siccome via di pace ed amicizia in mezzo alle nostre discrepanze la restituzione di un arnese (permettetemi) quasi mitologico; non è altrimenti il voto del popolo. Essa è 1’ espressione piuttosto di quella smania cui taluno divora di elevare comunque ( fosse anco per ridicolo e falso argomento) la propria voce conciliatrice di niente più che sognati chimerici dissidj. I legami che oggidì ci stringono, resi forti dall’ Istoria di un doloroso passato, dalla civilizzazione presente, e da comuni presenti bisogni, non verranno per certo infranti da una pretesa altrettanto frivola che insussistente. Una questione basata sopra semplice tradizione non può essere di diritto. Quante eredità di errori e superstizioni non si tramandano per successive generazioni ? E ciò che è indizio della ignoranza dei secoli trascorsi, lo è in pari tempo della attuale cecità di certe menti. Non poniamo le mani nel passato che tulli ci disuniva fin’anco con le favole. Queste che converrebbe spegnere se esistenti, non è carità chiamarle dal sonno dell’ obblivione. Il popolo di Burano sa che 1’ Onnipotenza non ha d’ uopo per ma*