614 < scili, sdegnando tulli prestarsi a una istituzione ch’ormai è o derisione cui insulto. Frattanto crescono tuttodì le emigrazioni perchè il parlilo corruttore sentendosi ogni giorno più debole, ogni dì rende più vili ed abbiette le sue arti, ogni di cresce il pericolo agii altri di vita e di averi — e li siringe così a lasciare la terra che li vide nascere, ove hanno amicizie, alletti, interessi. Tale è lo stato di Trieste — tale il popolo suo. Popolo generoso e infelice ho sciolto il mio obbligo verso di te. 1G aprile 1848. Erano già scrìtte queste poche righe a tergere le macchie di cui una fazione nemica e straniera avea contaminato Trieste, ciltà italiana, quando quel popolo cominciò la maestosa giustificazione dei fatti. A togliere alla Guardia Nazionale anche quell’ombra di dignità che pur le restava, si volle nelle ronde accomunarla a soldati tedeschi; a far dimenticare a quel popolo sino il linguaggio che rivela gli affetti e le speranze di tutta la più bella parte del mondo, si volle assoggettarlo a comando tedesco. L’animo italianamente nobile de’Triestini si scosse al i uovo e terribile oltraggio: non si volle patire quest’ultima vergogna, non si volle comparire al cospetto delie nazioni col marchio austriaco sul fronte, ridotti a sgherri austriaci : si protestò altamente, si minacciò, si gridò — e il comando restò italiano — e la Guardia Nazionale non indossò la straniera livrea. Non era finito. —- Un ordine emanato da Pil-lesdorf, il ministro Costituzionale che promette franchigie e privilegi — in nome d’un imperatore Costituzionale comanda la Guardia Nazionale Triestina obbligatoria a tutti dai 18 ai 50 anni — mobilizzabile all’istante — e vi aggiunse, e non ebbe paura di farlo, l’ordine di tenersi pronta a marciare sull’Isonzo. Si voleano mandare Italiani a farsi uccidere da Italiani — politica austriaca: si voleva che le armi consegnale a quel popolo per conservare la propria indipendenza, servissero a guarentire il proprio servaggio, a ribadire le proprie catene. Ma i Triestini ebbero onta e spavento di quella infamia : sin quella plebaglia prezzolata maledì cl danaro che Favea corrotta ed impoverita .... e un Governatore costituzionale ebbe la sfrontata alterezza di sciogliere la Commissione organizzatrice della Guardia Nazionale eletta legalmente dalla volontà di quel corpo, perchè non era di codardia securo, di servaggio muto ed abbietto, ordinò il comando tedesco, non gli restava a far nulla di più. La Guardia Nazionale si depose in massa: le coccarde oltraggiate e vilipese si rimandarono .... e non resiò scheletro di quel corpo che pochi Austriaci, come d anima pure di nascila, e qualche altro straniero, scorie e vergogna di una grande nazione che ha conquistato col sangue la libertà. L’uomo • sórto-dal popolo, l’organo di quella massa imponente, l’uomo di cui s’erano calunniati i sentimenti, travisali i pensieri, che si avea dello appoggiasse la dominazione austriaca. P. Scandella, Preside alla Commissione organizzatrice, fu il primo a deporre la sua coccarda, e a rinunciare ad