536 4 3 Aprile. TOTAM1MT© mhh’ÈMMLà. AWITMACAd Quantunque non ancora decrepita di età; ma logorata da una grave ed ormai cronica malattia, che i medici tutti da me consultali asseriscono concordemente essere una inveterala gastro-enterite i ovvero indigestione presa in Ungheria, nella Boemia, in Gallizia , e particolarmente nel mio carissimo Ilegno Lombardo-Veneto ; prevedendo pur troppo che prossima sia la mia line, risolvo con la presente di estendere l'atto della mia ultima volontà , e quindi chiamando in ajuto tulli i diavoli, arcidiavoli e demoni che mi furono sempre svisceratissimi amici, dispongo quanto segue: L La mia corona imperiale sarà con ogni riguardo spezzata, ridotta in minute scheggie , poi lentamente abbruciata, e la sua polvere verrà distribuita in eguale porzione a tutti gl'individui della famiglia Lorena , perchè conservino almeno in carta la memoria del mio lungo e felicissimo regno. II. Le corone, ferrea Italiana ed Ungherese, saranno immediatamente consegnale ai rappresentanti di quelle nazioni cui sempre appartennero , ma eh’ io da gran tempo usurpai, come caritatevolmente Io fecero i miei predecessori. III. Lascio il mio scettro , benché tarlalo , pur duro abbastanza , al più robusto caporale Ungherese, perchè con quello dia senza misericordia cinquecento buone vergate aH’ex-principe Mettermeli in compenso delle sue virtuose e ladre fatiche a prò dello Stato. IV. Lascio rirruginita mia spada al bravo Rainieri, figlio dell’ex vice-rè di Milano, perchè siccome mostrò di avere un’ anima veramente austriaca, possa con quella affrontar non solo, ma scacciai1 tutte le mosche ed i taffani che inonderanno tra poco le belle contrade della gentile Croazia. V. Lascio il mio globo rappresentante il mondo , nel quale feci la più odiosa figura benché \i tenessi dentro l’ugna da varj secoli, alli figli dell’arciduca Francesco Carlo perchè abbiano così un trastullo nelle ore di ricreazione. VI. Tutti gli ordini civili e criminali, o per meglio dire tutti i sonagli di cui era fornita, li lascio all’ex-Ministro Guizot in ricompensa dei suoi fedeli e leali servigi resi al mio stato durante il regno di Luigi Filippo , esonerandolo altresì dall’obbligo del reso-conto sulle somme versategli per maneggi, spionaggio, eccetera. VII. La superba mia coda voglio che sia consegnata all’arciduca Luigi perchè se ne faccia subito un pennacchio, la di cui vista sgomenterà certamente tutti i principotti della Confederazione germanica. Vili. I miei due becchi che hanno tanto divorato, e che per la loro ingordigia sono costretta a morire^ li lascio uno all’ex-vice-rè Rainieri in premio delia sua piena osservanza agli ordini imperiali e della fedele di lui esazione pel corso di trentatre anni dai miei Lombardo-Veneti di mille quattrocento miilioni di lire nelle da spese; l’altro alFex-Juchino di Mo-