534 La situazione dell’ Austria verso l’Italia era ben nei tempi addietro profondamente diversa da quella che è al presente. Una dimostrazione che Carlo Alberto avesse fatta in addietro contro la in addietro Austria potente, sarebbe stata immatura, mal calcolato il momento della Redenzione Italiana. Lungi dal poter fugare d’Italia la vecchia Aquila Austriaca, egli 1' avrebbe invece veduta dispiegare più largo il volo verso il Monte Cenisi«. Ed i voti dell’Aquila Austriaca (Io sa Italia, lo sa il Mondo) sono voti di sangue e di vendetta. Il lempo cambiò al presente le cose : affilata la sua falce alla cote invincibile del progresso, cominciò il tempo a scucire con quella sua falce la veste arlecchina che per più secoli ha potuto coprire il gigante di cui con irrisione universale vedremo fra poco le nudità. Milano si è chiusa per ben cinque giorni nel suo valore e nella sua vendetta. Alzò fuori da’ tetti la mano con un pugnale che grondava di sangue. Quella mano^ quel pugnale, quel sangue fu segno a Carlo Alberto. Conobbe l’ora matura e si slanciò qual veltro per compire con un soccorso quella liberazione che era stata dai Milanesi sì gloriosamente iniziata. Non bisogna illudersi. Liberata da se Milano, liberata da se Venezia, li due Capi della grande Catena, noi vorremo anche cedere alla credenza che come quelle due Città madri, così potessero essere liberate un giorno del pari le città figlie e li loro territorii. Ma lunga sarebbe stata la lotta, molto il sangue, 1’ esito addentellalo da angustie e fluttuazioni intermedie. Il concorso e soccorso di Carlo Alberto fu il vento che è venuto d’ un trailo a disperdere questa nebbia. Pel suo attivo intervento resi gli Austriaci impossibilitati ad improvvisare nuovi eserciti ; pel suo attivo intervento fatto scorrere colla celerità dell’elettrico la liberazione su tutta la linea del Regno Lombardo-Veneto. Se il fare ciò che, vedendo 1’ ora suonata, fece e fa Carlo Alberto non fosse, stato in lui e non fosse dovere d’un figlio d’Italia, quei tutti della Veneta terra, quei tutti della terra Lombarda provar dovrebbero al suo intervento un obbligo di gratitudine interminabile. Ma il vuoto di questo disobbligo di gratitudine verso di lui che desso non sia empiuto contro di lui dalla feccia di una accusa insultante! che non si slanci contro di lui, il sospetto in lui d’intenzioni mascherate e ambiziose nel suo intervento ! Carlo Alberto ha eseguito un dovere, non progettato un acquisto. E cosa è poi anche il Re di Piemonte Carlo Alberto ? Un Re Costituzionale. Per quanto si voglia nei Re costituzionali conservata ed intiera la dignità dei regnanti 'assoluti, non egualmente conservata ed intiera si è la forza della loro volontà. Nei regni costituzionali il Re non comanda che col popolo e pel popolo. Si vuol dire con ciò che il sospetto eccitato sulle intenzioni future dì Carlo Alberto tanto più si scuoia e si scolora, quanto meno era ed è in lui il poter dar letto ed esecuzione alle intenzioni che avesse avute d’ una dilatazione di regno. Nulla egli può da se, nulla ha intenzione di osane, perchè sa ancora (nell’ esempio di tanti Re profughi) che un Re che osa, è caduto. Se i popoli del Piemonte, del Lombardo, del Veneto, e di tutte le