620 del pericolo, a non respingere i mezzi che spontanei le si presentano per evitare F inutile spargimento di sangue e lo strazio della patria. Faccia considerare ai suoi concitadini che non hanno più di fronte l’antica Austria, ma bensì l’Austria rigenerata, l’Austria delie istituzioni liberali, che, rispettando la dignità deile nazioni, offre anciie agl’italiani del regno lombardo-veneto una legislazione ed un’amministrazione tutta italiana., una vita propria colle guarentigie costituzionali; riflettano che non v’ha più oggetto di sagriiicare vita e sostanze, se tutto ormai è concesso che giustamente potevano reclamare per appagare i! sentimento di libertà nazionale e di prendere con decoro il loro posto a canto degli altri stati d’Italia; sappiano infine che per gli oltraggi, fatti alla corona, non restano precluse le vie alla riconciliazione, poiché il cuore magnanimo di S. HI., sempre disposto ad accordare pace e perdono ai figli traviati, ha spedito fra noi S. E. il sig. conte di Ilartig, ministro di stato e di conferenze, con pieni poteri relativi. Prego Iddio che le mie parole possano trovar ascolto, nel qual caso ella potrà dirigermi un cenno di riscontro al quarlier generale in Gorizia e spedire degl’incaricati per entrare in trattative con S. E. il ministro e sarà cura di procurare loro il salvocondotto necessario. Bisogna prendere prontamente una determinazione. Ogni indugio potrebbe tornare fatale. Accolga le assicurazioni della particolare mia stima. Marzani. Al sig. conte Gio. Ballista lUarzani, addetto al quartier generale dell’armata austriaca in Gorizia. Udine \1 aprile 4848. Pregiatissimo sig. conte. Ieri sera mi fu consegnata la lettera, che in via confidenziale ella mi diresse dal quartier generale di Gorizia. Le attuali condizioni d’Italia non possono da lei ignorarsi. Milano e Venezia si emanciparono dal dominio straniero, e tutti gl’italiani, dalle Alpi alla punta del Lilibeo affratellati insieme, giurarono di difendere la santa causa della nazionale indipendenza. E noi pure lo abbiamo giurato e pronti siamo a sagrificare la vita e le sostanze nostre per resistere colle armi, benedette dal glorioso Pontefice, ad ogni invasione nemica. Ma questo sacrifizio l’Austria non lo vorrà, poiché Dio è con noi, perchè tutti siamo concordi nel ri' gettare qualsiasi proposizione che tendesse a scemare di un punto solo i sacri diritti di nazionalità ed indipendenza italiana. Se gii agenti dell’Austria si mostrano disposti a trattative per risparmiare una lotta sanguinosa, sanno essi meglio di me a chi convenga loro dirigersi ; nè io mi credo in facoltà, ed ella stessa, sig. con te, ne sarà convinto, di costituirmi mediatore per la pacificazione di due popoli, che combattono l’uno per ricondurre la preponderanza straniera, l’altro per la propria libertà, e per la sua completa nazionale emancipazione. Sigu°r conte! chi consigliasse in questi momenti una viltà, sarebbe indegno del nome italiano. Sono con la dovuta stima A. Gaimo Dragoni.