G08 gue scorderemo queste particolari denominazioni, e ci chiameremo tutti ITALIANI. Evviva Pio IX, evviva V Unità e V Indipendenza d’Italia ! Jìicoum Gio. Battista — Cattabeni Gio. Battista — Manneresi Andrea Bavagli Gaetano —.Mazzini Giovanni. 17 Aprile. PEISIEM IH UH LIBERO ITALIANO. S!’ Nell’ ordinamento d’ una repubblica è necessario che qualunque cittadino possa pubblicamente censurare i magistrati, quando in alcuna cosa peccassero contro allo stato libero. Questo metodo serve a dar sfogo, direi quasi legale, a quegli umori, clic altrimenti reprèssi darebbero eccitamento a moti straordinarii, in rovina forse della repubblica. Appassionato come io sono di questa forma di governo, che credo 1’ unica che* possa felicitare i popoli, non so tacere alcuni miei rimarchi sulla chiamata d’ una Consulta presso il Governo provvisorio della Repubblica. Questo corpo, che dallo stesso suo nome è ben caratterizzato, potea comporsi delle capacità intellettuali più eminenti, quivi chiamate dal Governo a consiglio; e le popolazioni avrebbero aspettato con tranquillità e fiducia 1’ opera degli illustri ingegni italiani sulla .legge elettorale, e sulle forme costituzionali da agitarsi in seguito nell’assemblea generale. Ma il Governo ha creduto di unire una Consulta col libero voto delle provincie, non solo allo scopo della legge elettorale, ma più essenzialmente colla mira di avere un appoggio, od uno scarico di responsabilità nelle disposizioni transitorie che occorrono prima dell’ assemblea per l’ordinamento interno degli affari. Liberale sarebbe stata la disposizione e cauta pel Governo, se veramente dal voto libero delle popolazioni si fossero scelti li consultori. Ma così non veniva ordinalo, perchè spettava la nomina ai soli Comitati Dipartimentali, che eransi formati, in giornate di piena agitazione, delle persone più animate e ferventi della città capo luogo di provincia, ed in cui non aveano parte altre città, borghi e castelli, che sotto 1’ abbattuto austriaco sistema stavano ad essa soggetti, e qui si vede tosto come la massima parte della popolazione d’ una provincia non abbia dati i suoi suffragi al Comitato Dipartimentale, e perciò nè anche ai consultori spedili alla Repubblica. Grave danno può risultarne a queste popolazioni, non per la formazione della legge elettorale che deve esser fondata sulle basi della più estesa libertà; ma sì bene per l'influenza che eserciterà la Consulta nella provvisoria sistemazione interna, giacché in questi giorni di tanli e sì urgenti interessi pel ministero, il voto di questo corpo, consultivo di nome, diventerà deliberativo per il fatto, ed è certo che nelle disposizioni della Consulta primeggierà lo spirito di municipalismo delle città capoprovincia, che avvezze ù 'ominare, tenderanno a tutto centra-