(i 51 derazione Italiana; cooperiamo con tutta l’opera nostra al perfezionamento della santa impresa così bene condotta dall’invitto re Carlo Alberto. Chi con iscritti disonora il suo fratello Italiano, abusando della libertà della stampa è un vile, chi lo calunnia per farlo cadere, onde coglier profitto dalla sua caduta è un infame, chi dimentica i riguardi dovuti al Sacerdozio ed al Rege , che così poderosamente ci assiste nella guerra dell’indipendenza nostra è uno scomunicato, merita esso di essere considerato come uno infetto da pestilenza, e di essere tolto perciò dalla società nostra , a cui si è rinnegato , onde il morbo pestilenziale non si diffondi, e non venga posta in pericolo la sacra causa per cui si combatte. Uniamoci tutti, o Fratelli, e cooperiamo con tutte le forze nostre a consolidare la grande opera del ventidue marzo : per quanto sta in noi , procuriamo di alleggerire le cure di quelli che con tanta assiduità, e non curanza di se stessi dirigono il timone del provvisorio nostro Governo , superando sapientemente le difficoltà delle circostanze e dei tempi; e confidiamo nella Divina Provvidenza, e nella benedizione di Pio IX, che ritornata la pace, e padroni noi soli Italiani del suolo Italiano, sapremo custodirlo sempre incontaminalo dalle dominazioni straniere, tenendoci tutti uniti col nodo di fratellevole federazione, per cui saranno per prosperare fra noi l’agricoltura, le arti, il commercio, le lettere, le scienze, ed ogni mezzo di civile società. Viva l’IO IX , t ivù iliuHa. VINCENZO GIROLAMO GRADEISIGO. 21 Aprile. NOTIZIE DEL GIORNO. Dopo il fatto di Visco (17 Aprile) in cui i nostri Corpi franchi, e i Rellunesi in ¡specie diedero sì belle prove di valore e di coraggio, gli Austriaci, nella notte stessa, si volsero sopra Jalmicco, lo circondarono, e fecero ritirare la poca truppa di linea Italiana, poi vi appiccarono il fuoco, ed alcuni dei nostri soccombettero. Fatto baldanzoso il nemico, inoltrò nei paesi di Privano, Sevegliano, Ragnaria ed occupò Fauris e Gonars, 3 miglia a ponente della fortezza di Palmanova. Non è a credere però che questo avvenisse senza scontri che onorassero i nostri Corpi franchi. Dal Friuli scrivono, che i Veneti Crociati hanno superalo ogni aspettazione. È degno poi di ricordare, come, ingannato il Palatini Rellu-nese, che conduceva un drappello di volonlarj, da alcuni Croati che s’erano finti Italiani, cingendosi le ciarpe tricolori e gridando Viva Pio IX, si faceva ad incontrarli amichevolmente, quando udì l’ordine di far fuoco. Allora prese il partito di evitare la scarica, ordinando a’suoi di curvarsi prontamente a terra; quiudi rialzatisi, si azzuffarono accanitamente con perdita considerevole per parte dei Croati.