579 i Lomellini e Piemontesi, cercarono di entrare in Pavia, ma furono trattenuti dulia notizia fatta ad arte divulgare dall' inimico, essere il ponte del Ticino minato, cosicché dovettero cercare altre vie per venire a piccia^ drappelli. Questo foglio è il primo del 22 Marzo Giornale olficialc di Milano, stampato e pubblicato il giorno medesimo dell'arrivo di Cantù in quella città. Altri logli raccontano che seicento genovesi già si erai.o messi a spazzar la campagna, e rotti alcuni corpi austriaci, entrarono a Milano. Si noti finalmente che dal confine sardo sovra Pavia sino a Milano, è un giorno di cammino. Il fatto asserito da Cesare Cantù, che nessun potente vicino movesse in aiuto di Milano in nome della umanità, mentr’ ella pativa 1’ orrendo strazio, nè mandasse una protesta potente, nè armi, nè munizioni, è un asserzione falsa ed imbecille, smentita dai milanesi medesimi olficialinente un giorno prima che Cantù la producesse; smentita dalle.parole medesime di Cantù poche righe dopo, e dalla ragion naturale dei luoghi c delle cose. 1 vicini non potevano d’ un salto balzare dal confine sardo a Milano^ passando per aria sovra Pavia, coma il Diavolo zoppo; i vicini andarono fin dove poterono e come; i vicini fabbricarono c spedirono munizioni, e dopo questo non importerebbe un atomo, se i potenti vicini non avessero protestalo prima, perchè invece di protestare operarono con lasciar operare; dipoi perchè le loro proteste con quej feroce governo, con quel perfido viceré, con quel povero diavolo di Radetzky, sariano giovate come là mitra ed il piviale al buon vescovo di Crema; terzo perchè a fare, protocollare e spedire le proteste da Torino a Milano, è d’uopo più tempo che non basterebbe alla risurrezione di un morto ; finalmente perchè le proteste sono affari diplomatici, e li faceva bisogno di umanità non di diplomazia, di soccorsi non di proteste. Dopo questo che dirà il mondo, il quale sa come non solamente un potente vicino, ma tutta Europa levò due volte la potentissima sua voce contro le immanità di Radetzky; 1 " /,n n‘ **arzo) durante pontificio, e lo svizzero, nostri e vicini? Io per me dicg che Cantù conosce molto poco i fatti di Milano. Il foglio milanese sovracitato, smentisce la sincerità che il Cantù attribuisce alla gazzetta piemontese, intorno 1’ inazione de’ soldati piemontesi, la smentisce il pubblico grido. Io non credeva di dover insegnare a Cesare Cantù, che la sincerità delle gazzette è una virtù tutta quanta diplomatica e„non può fare a lui, uomo morale. Tutto l’esercito piemontese, fanti, cavalli e cannoni, al primo annunzio del pericolo di Milano, fu in moto per alla volta di Lombardia. L’aecusa di disumanità non può essere diretta al governo piemontese, nè in massima, nò in fatto; non in massima perchè ogni governo, come ogni cosa, non può uscire da’suoi elementi e dalle sue norme; non in latto, perchè se il governo non spinse dei soldati sovja Milano, lasciò ch® vi si spingessero i volontarii, eh’è la stessa cosa. Il governo piemontese trailo la causa dell’umanità con tanta efficacia, con quanta dignità si contenne nei termini della legalità. Davvero io non sapevo che per avere il merito di una buona azione, forse mestieri ad un governo la lotta, i consoli protestarono sardo e il