555 14 Aprile. LA FIORENTINA E IL SUO TESORO, Il mio Tesoro ogni tesoro avanza, Ha nero il crine, la pupilla nera, Ha la veste color della bandiera, La bandiera color della speranza: Il mio tesoro ha la coccarda Italica Offri la spada alla città dei fior Viva la ronda della guardia civica La mia bella Firenze e il mio tesor. Quando la luna tra le stelle d’oro Inargenta le guglie a Santa Croce Al dolce suono di fraterna voce La sua voce congiunge il mio tesoro E canta : è dessa la canzone Italica Alleanza, Vendetta, Libertà Viva la ronda della guardia Civica Viva la lega delle tre città. Perchè smorta è l’antica ira di genti? Perchè gli amplessi della pace han dati? Perchè padri pei figli e non soldati Piombano nella pugnai combattenti? Perdio! risponda dei tamburi al sonito L’antico bronzo di Maria dei Fior: Viva la ronda della guardia Civica La mia bella Firenze, il mio tesor. E mi ha narrato il mio tesor che Dio Vuol franti i ceppi della nostra terra Ch’ hanno giurato federanza e guerra Contro dell’ Austria, Leopoldo e Pio : Nò, di Capponi e d’Allighier la patria Pegli stranieri, o mio tesor, non è, Viva la ronda della guardia Civica Viva il nostro stendardo, il nostro Re, Che se mille e più mille else e moschetti J1 nemico prepara oltre marino Dalle vette dell’Alpi ali’Appennino Sono mille più mille i nostri petti. Qui pugneranno sul tcrren dei liberi Senza speme di gloria e senza onor Noi pugneremo per le nostre vergini, Per le leggi del papa e pel Signor. Giovani tigli degli antichi oppressi Negale il bacio alla beltà straniera, Impenitente e maledetto pera Chi vuol lo schifo dei tedeschi amplessi; Per il bollor degli Italiani spiriti Non è, nordiche donne, il vostro gel; La fatai non s’accosti ansia dei demoni Di queste belle cherubine al ciel. Oh mie sorelle, o giovanette mie, Tregua per poco agl’innocenti amori, Una spada, un cimiero e tre colori, Han chiamato gli amanti ad altre vie. Non li togliete dalla guardia Civica: Prima, o care, la patria e poi l’amor Anch'io nell’ora della guardia vigile Dò spontaneo congedo al mio tesor. E gli prometto che sarò di Lui Quel di che spento ogni dominio avaro Italia nostra dall’ Isonzo al Faro Darà libero il pane a’figli sui. Quel di che tutti affratellali i martiri All’ombra di Pio nono e dell’aitar Vedrcrn serrata alla viltà dei barbari Questa terra di gloria e questo mar. 11 mio tesoro ogni tesoro avanza Ha nero il crine, la pupilla nera, Ha la veste color della bandiera La bandiera color della speranza. 11 mio tesoro ha la coccarda Italica Offri la spada alla città dei Fior : \ iva la santa libertà di un popolo Che disser morto, e non è morto ancor. DALL’ ONGARO. 14 Aprile. SONETTO. Povero Barcariol se li xe vechio Chiapa suso e và a farte benedir, Zachè no ti poi gnatica esser de spechio A i forti odierni, o a quei che à de vegnir. 0 gramo, ancuo el to ziogo xe ei cotechio Chi fa più, perde, ancuo no ti poi dir