699 minacciati dal prepotente bicipite uccello rapace , che tanto spaventosamente mostrava infuriare, perchè stanche le genti d’essergli pasto voleano scampare la vita di cui appena respiravano come anelito di morte , un penosissimo fiato. Come Padre Pontefice de’ figli credenti suoi, come fratello ai convertiti dominatori d’Italia , Pio doveva combattere l’oste infame della Religione, e dell’Italia; e Voi foste i prescelti. Lode a Dio, o Soldati, che vi riservava a giorni sì insperati, sì belli e luminosi. A Dio lode che vi consente l’onore di trattare quell’arma, la quale non che alla guerra nemmeno ai pur nobili oflìcj di pace fin qui nelle vostre mani valeva, sottoposta sempre alle bajonette degli sgherri d’Italia : a Dio lode, e poi a PIO, che sentì nobilmente di sè, della propria dignità e potenza, come Capo della Chiesa, come Sovrano d’Italia; e la Chiesa, l’Italia prima col senno, col consiglio, colla preghiera, coll’esempio cercò di redimere, e poi alla forza seppe avere ricorso, e alla sant’opera armatane la mano, chiamò a guerriero il valoroso Sabaudo. Pio ed Alberto sì ! salveranno l’Italia ! A Pio ed Alberto gl’italiani tutti, e voi con essi, che cittadini pur siete, e così utili di questa nostra Italia, o soldati, voi pure ad Alberto e a Pio giurate riconoscenza. Infamia a coloro , che ingrati vorrebbero dare d’ingiuria e di scorno rea mercede a Pio ed Alberto della somma salute, che all’Italia per loro è ornai fatta presta e sicura. Infamia agl’ingrati! Ne cancelli i nomi Italia dal novero de’figli suoi! Se Italia sarà libera ed una e forte, per Pio ed Alberto ella il sarà. Epperò onore ed utilità nostra vogliono che Pio ed Alberto siano per Italia i primi! ... Tristi o stolti voi che servendo a passioni malvagge, od a non pesati consigli contaminar vorreste d’indelebile macchia d’ obbrobrio questi popoli generosi; tristi o stolti voi che dello stato d’incertezza, di transizione3 eh’è detto provvisorio, di questi popoli abusar tentate per ingannarli sì che, un giogo non ancor scosso -, ad altro pieghino involontarj il collo ; non riuscirete no nel reo disegno. La pubblica coscienza, l’opinione dei saggi, il dovere, l’amore della patria vegliano arghi solerti a difesa del libero arbitrio, del diritto de’ popoli insorti. Combattasi, o militi; sia nostro il trionfo; poi’1 senno, la sinderesi de’popoli al diritto pubblico, a PIO, ad ALBERTO, ai veri benefattori di Italia faranno ragione; e sarà salva Italia! Oh! 1 popoli se la frode non li accalappia, e liberi si lascino al proprio voto, sono giudici nella vera onestà, severi, del proprio bene provveditori sagacissimi. Serbisi a loro intatto perdurante la guerra, l’arbitrio, libera la volontà; che ni un predone ne usurpi o invada il diritto e il dì del solenne giudizio sulle sorti d’Italia, che seguirà quello della grande vittoria, sarà il dì del trionfo di PIO, di Lui, che fu e sarà fin eh’ ei viva l’amore , la virtù , la fede di Italia; sarà quel giorno il trionfo d’ALBERTO, che fu e sarà con noi il braccio, il valore, la difesa d’Italia nostra. PIO ed ALBERTO rappresentanti i due grandi principii dell’idea, e della forza faranno insieme Italia veracemente libera una e gagliarda , sì che tranquilla al di dentro , e muta al di fuori tornerà per questi due Insigni all'antica sua nazionale grandezza. Viva Italia , Viva PIO Viva Alberto! Viva di Pio e d’Alberto l’esercito liberatore!