» Protei multiformi, voi dovrete tentare in mille guise i penetrali del cuore; voi dovrete assumere ogni forma che adeschi ed inviti. » Quante menti altere, che potrebbero dei volgari ingegni oltrepassare la paludosa nebbia, si giacciono in quei ridotti doli'ozio, ove si dispensano bevande e novelle, o da leggiera effemeride si distilla volatile scienza! Quanti si siedono al tavoliere da giuoco, industre trovato ad occupare, disoccupando, lo spirito; o svogliati in eloquio, tanto, che lo sbadiglio inarca i labbri, e tronca nel mezzo la sonnolenta parola ! Voi richiamerete costoro, e rimonderete le scienze della loro troppo spesso ruvida corleccia ; se nuovi e svariali saranno gli oggetti, se ecciterete la curiosità, figlia dell’ inscienza, ma madre di scienza. » Favellerete dall’abbondanza del cuore, e ritragga lo stile il suggello dall' anima. » Userete una lingua nè licenziosa, nè serva, nè burbera, nè antiquata, nè cruscheggiante, ma lucida, disinvolta, scorrente: allora l’idea prenderà colore dall’ immàgine, movimento e colore dall’ affetto ; passerà tutta intera nell’ espressione. » Non addormentate giammai le giovani menti sull’ origliere d’ antiche 0 moderne autorità; e fuggite le astrattezze, che son frondi senza radice, bolle che in aria svaniscono. » L’ingegno venerate in chiunque si trovi, senza riguardo alle forme, al celo, all’età. Sovveniamoci che perfino dalle foreste di Galedonia comparve improvviso e solo 1111 emulo di Omero. — » Siale felici! — E voi lo sarete se, inebbriati come da sacro torrente dall’ amore dell’ uomo, nei meandri d’ àrlifizii, nei tranelli di scaltrezza v olpina, nelle panie motose della fraude non vi avvolgerete : se non sarete sospettosi, ombratili : se non opererete mai alla cieca, o seguendo (pici bagliori che vestono il vero di apparenze bugiarde. — Se non difenderete, nè chiamerete i vizii con nome onesto — Se nulla cercherete per orgoglio, nulla ricuserete per timidezza — Se avrete sano il cuore, d’onde rampolla ogni virtù che vittoriosa si leva sopra lo ingombro delle cose volgari. » Non v’ammaneranno al desco, 0 nel verino, alla vampa dei rami che crepitano, i calici spumanti che bollono. — » Non correte il pallio della ventura, ove il trabocco è sì facile. » Non affretterete negli amplessi di Circe la precoce vecchiezza : non intraprenderete giammai un’amorosa odissea, che un matrimonio riparatore necessiti. » Sarele felici, se un disordinato appetito d’ eccellenza e maggioranza, se i morsi acuti dell’invidia, ed i fumi della vanità, non faranno che rechiate in ogni azione ed in ogni detto d’ altrui la bilancia dell’ orafo : se non andrete intorno con lo speglio a ricercare in altri ogni labe ed ogni ruga dell’ anima : se saprete trattenere sull’ arco delle lingue argute 1 dardi già pronti a scoccare. » Siamo lontani fino dal prendere gare ; chè, non v’ ha onore nel vincerle, e troppo di vergogna nel perderle. Siamo affabili e lieti; chè, triste è la sorle di colui che perfino i beneficii porge con acerbità. Nei casi estremi rammentiamo che lo stesso silenzio ha pure la sua facondia,