078 ¡‘olocausto volontario dei blasoni, dei ciondoli, dei titoli, delle preminenze. Il passaggio dalle tenebre alla viva luce potrebbe abbagliar il popolo; la sola educazione può istruirlo dei diritti e dei doveri che ha come cittadino. I padri devono inspirare le prime scintille dell’amor della patria, i ministri dei culti promuoverne lo sviluppo, la stampa eccitare l’orgoglio nazionale, gli esempii consolidar la virtù. Il principio dell’eguaglianza deve esser moderato, non deve spingerci agli estremi; guai se il popolo trascende i limiti de’suoi diritti, se sprezza il potere che ha creato, se vuol deliberare pel Senato, ed eseguire invece dei magistrati ! Allora subentra la Olocrazia, potere più barbaro del dispotismo; allora prendono il sopravvento i tirranuncoli infetti di tutti i vizi; allora fra questi si eieva un tiranno, e li signoreggia; allora, inline, la libertà muore, e subentra l’assolutismo. Ben fortunato quel governo popolare che sapesse evitare gli estremi; cioè lo spirito d’ineguaglianza che conduce all’aristocrazia, e lo spirito di eguaglianza estrema che conduce al dispotismo di tìn solo ! A voi mi rivolgo, sostenitori di una saggia Democrazia. Spingetevi frammezzo alla folla del popolo, interrogate il pensiero di tutte le classi, affrancate i vacillanti, erudite gli ignoranti, convertile gli ostinali, eccitate tutti alla virtù, e se la vostra coscienza vi dice che il popolo conosce, discente e giudica, allora, proclamando il regime democratico, avrete recato alla patria vostra il più grande dei beni. Ma se trovate il popolo ineducato, se lo trovate smoderato ne’suoi diritti, insubordinato, caparbio; se lo trovate, infine, non atto a sostenere l'alta posizione in cui Io volete collocare, allora bandendo la democrazia farete ingenerar la licenza, che condurrà all’anarchia: il nostro edificio crollerà fino dalie fondamenta, e noi diverremo di nuovo preda de’nostri eterni nemici. Vi sovvenga che è più facile di lodare, che di stabilmente fondare un regime democratico; se vorrete estender di troppo i confini della Repubblica, più facilmente la discordia prenderà piede; se vorrete restringerli di troppo, un prepotente vicino vi soggiogherà! Il solo pensiero che deve animarci sia F indipendenza e l’unione; Findipendenza che ci liberi dall’influenza straniera, l’unione che ci consolidi e ci renda temuti; l’indipendenza l'avremo fra breve coll’espulsione delle reliquie delle dannate orde austriache; l’unione si potrà ottenere con una confederazione di tutti i popoli italiani, cioè con una alleanza perpetua offensiva e difensiva, con un consiglio composto di deputati dei diversi stati italiani, che regoli l’interesse universale. Ma questa necessaria alleanza si potrà ottenere, potrà essere solida, se i diversi stati italiani hanno una forma diversa di governo? La confederazione germanica composta di Principati e di Repubbliche è potente ed antica, e ci potrebbe servire di esempio. Questa diversità di forme, considerato lo stato attuale delle cose, sarebbe essa adottabile? Ecco il problema, il cui scioglimento abbandono allo studio profondo di coloro che sono chiamati a dirigere la pubblica cosa, che ci rappresenteranno alla grande assemblea, ai quali incombe l’obbligo di veglia1"® alla sicurezza di queste provincie. Io amo la Repubblica, ma se la nostra Repubblica dovesse essere il