563 recasi a dovere di esporre imparzialmente l'avvenuto onde mitigare il troppo severo giudizio che ne fu fatto dal pubblico. Alle ore 2 l;2 ani. del giorno 23 Marzo p. p. il suddetto Capitano trovandosi a bordo nel punto di partire per Trieste, venne incaricato di questo Governo Provvisorio di recarsi in quel suo viaggio a Pola ondo rimettere alla squadra ivi stazionata alcuni dispacci che gli vennero presentati. Non potendo egli di suo arbitrio senza esporsi a gravi responsabilità e pericoli assumere una missione tanto contraria ai suoi doveri di capitano, rifiutò in sulle prime l’incarico, a’dducendo che a norma delle sue istruzioni non poteva assolutamente deviare dalla diretta sua destinazione per Trieste senza un ordine espresso della Rappresentanza del Lloyd in Venezia. In seguito a tale rifiuto avendo però la stessa Rappresentanza del Lloyd spiccato un ordine per iscritto al Capitano acciò eseguisse quanto oragli ingiunto da questo Governo Provvisorio, egli accettò in consegna i dispacci e ne rilasciò corrispondente ricevuta firmata di sua mano non senza fare sulla critica sua posizione alcuni ragionevoli osservazioni alla guardia nazionale ivi presente, la quale per tutta risposta gli soggiunse che egli stava sotto l’impero, d’una forza maggiore ed altro a lui non rimaneva che di obbedire. E qui giova notare che 1’ ordine dato al Capitano da questo Governo Provvisorio, la consegna de’dispacci ed il rilascio della ricevuta avvenne nella stanza comune del piroscafo alla presenza dei numerosi passeggieri diretti per Trieste, impiegati austriaci la massima parte, fra i quali lo stesso ex Governatore di Venezia. Uscito il Capitano una mezz’ ora dopo dal porto di Venezia, cioè alle ore 3 di quella stessa mattina non appena fu giunto in alto mare che tutti li passeggieri del bordo, consapevoli ed anzi testimonj dell’importante missione che eragli stala affidata, si fecero ad una voce a protestare altamente contro qualunque deviazione dal retto cammino per Trieste. Degli ordini dal Capitano ricevuti dalla Rappresentanza del Lloyd in Venezia e degli obblighi che egli avea assunti non si fece alcun calcolo, poiché senza punto prender in considerazione le gravi combinazioni, si volea dapprima forzar il macchinista ad arrestare il movimento della macchina e con esso il proseguimento del viaggio, si manifestò poscia fra i passaggeri un generale ammutinamento che costrinse il Capitano di proseguire direttamente il suo cammino per Trieste, ove appena giunto fu obbligato per ordine di quell" autorità governativa alla consegna di quei dispacci, che erano ornai a cognizione di lutti. Tale essendo la storia veritiera del fatto ognuno che abbia fior di senno e sentimento di giustizia dee convenire che se il Capitano Maffei per impero di una forza maggiore dovette assumere il pericoloso incarico alfidatogli da questo Governo Provvisorio, per un’egual forza maggiore hi impedito di eseguirlo, ed obbligarlo a proseguire il suo viaggio direttamente per Trieste. Senza più oltre esaminare la cosa, trovo soltanto di osservare che quand’ anche avesse potuto riescire di entrar in Pola, al suo arrivo colà, * passaggieri imbarcali, avversi al nuovo ordine di cose, ed informati dell incarico appoggiato al Capitano avrebbero bastato per far impedire la partenza della squadra dal Porto. Anche nell’ ipotesi perlanto che il (la-