483 piedi abbiamo avuto la sorte di prostrarci fra’ primi e sempre inclinati a cooperare, dentro i limiti delle nostre facoltà, al vantaggio ed all’onore della Nazione Italiana, a cui ci gloriamo di appartenere, come per nascita, così per sincera e non mai smentita affezione. Chi ci dà questo avvertimento si enunzia come cittadino di un’altra città dell’Italia, e tale certamente crediamo che debba essere, perchè nessun Veneziano, dopo un soggiorno che abbiam qui fatto di oltre vent’auni, e dopo tutto ciò che abbiam «letto e scritto, quando occorse, in dovuta commendazione del gloriosísimo nostro Padre e Gerarca PIO IX , potrebbe mettere in dubbio una verità, ili cui può rendere solenne testimonianza l’intera Venezia. Nè Noi ce ne avemmo dato alcun pensiero, se fossimo di privata condizione, ma occupando, comechè indegnamente, la veneranda Cattedra, su cui si assise un s. Lorenzo Giustiniani, abbiam credulo di doverci valere della libertà, a lutti concessa, per pubblicare a questo proposito i nostri concetti, per dileguare anche dagli animi più semplici qualunque dubbiezza, che potesse minimamente inquietarli, o diminuire in essi quella piena ed antica fiducia, di cui ci confortarono sempre, e eh’è lauto necessaria per sostenere la dignità e la forza del pastoral Ministero. A lume adunque ed intelligenza universale dichiariamo altamente, che la nostra venerazione verso l’augusta Persona dell’immortale PIO IX. non fu, nè sarà mai inferiore a quella di chicchessia; che abbiamo ubbidito e ubbidiremo sempre e prontamente agli ordini ossequiali, che discendono per mezzo di Lui dalla Sede Apostolica; che abbiam pregalo e pregheremo in privato ed in pubblico, finche ci duri la vita, affinchè Dio il conforti dall’alto co’suoi preziosi lumi, e gli dia grazia di vincere tutti gli ostacoli, che si oppongono a: suoi santi disegni, e di compiere felicemente la sua grande e gloriosa missione. Dichiariamo in oltre che non potrebbe essere maggiore Faffelto, che ci lega a questa nostra bella patria comune, a questa itala Terra, madre sempre feconda di Eroi, e di Santi, e che non cessiamo , nè cesserem mai di spingere al Ciclo i più fèrvidi voli, perchè Dio si degni di guardarla con occhio misericordioso, spezialmente in tanta agitazione di cose, e le doni vittoria su tutti i nemici, e dopo la vittoria una calma onorala, una perfetta concordia, e soprattutto uno spirito profondamente religioso, che la renda degna sempre più di avere in se il centro della cattolica unità, e di farsi costantemente riverire , ed ammirare per senno , per valore , e per ogni alla virtù da tutte le nazioni del mondo. Dichiariamo in line , che come abbiam fallo finora , così faremo col divino ajuto per l’avvenire ogni sforzo possibile, per comprovare coll’opera la verità de’ nostri sentimenti, senza però dimenticarci che esercitiamo un Ministero di carità e di pace , e che non possiam fare, nè dir cosa, che ci scosti una linea dalle regole invariabili, che la Chiesa prescrive. Questi sono i priucipii, che professiamo, che raccomandiamo al nostro venerabile Clero, e che saranno (giova sperarlo) approvali, e possibilmente seguiti da lutti i nostri dilettissimi Figli in Gesù Cristo , ai quali compartiamo affettuosissimamente la pastorale benedizione. Venezia dalla nostra Residenza Patriarcale. * J. CARD. MONICO PATRIARCA. D. Gio: Batt. Ghega Cane. Pat.