624 «Iella difesa della Patria potrebbero anch’ essi correre a Combattere coti coraggio fra le colonne dei valorosi Crociati. Nella Gazzetta del 2 volgente aprile il nostro inclito Governo provvisorio diceva in un suo manifesto che il sole della nostra Augusta Repubblica doveva risplendere anche su i malvagi, cioè sulle spie, la classe la più depravata degli esseri, ed una sola scintilla ili tal benefico sole non dovrà pure ravvivare quelli, che seppero emendare i loro errori nell’ infortunio della prigione I A interessare perciò la giusta Clemenza della prefata nostra Repubblica ajpro’ di essi, s’inserisce il seguente Savii, se è ver che agl’ innocenti oppressi Porgete or Voi mano benigna, e pia, Se a confusione de3 nemici istessi, Oggi il perdono l’alma Patria invia. Non per altri misfatti, o turpi eccessi Dannati sono a pena infame, e ria; Ma per lievi delitti, o non commessi Sotto leggi di sangue, e tirannia. Sono innocenti, e rei, dunque V’ è aperto Savii, gran campo a esercitar nel fatto Le due Virtù, che Vi fan chiaro serto. S’ ha il suo perdono^ P innocente a un tratto Per Voi già è salvo, e doppio avrete il merto D’ esser Giusti, e Clementi in un sol atto. Il Cittadino GIORGIO ROSSANO. 12 Aprile. Il, GI05S0 n MLR UPtBBLHU. Il giogo dei tiranni appena scosso Cadendo a’nostri piè die’forte un crollo, Ma ben potila sin ch’ei non è rimosso Tornarci in collo. Squarciossi il nembo sulla nostra testa, E alfin di libertà n'affulse il giorno; Ma sorda sorda ancor la rea tempesta Ci freme intorno. Tien Gorizia di demoni un congresso Che biechi di livor mordonsi il dito ; Tergeste i nostri legni avvince presso L’avaro lito. Due rinnegati Sarmati di Manto E di Verona ancor tengon le chiavi; Attila ed Eccellin non far mai tanto Rapaci e pravi. Serpon muti l’insidia, il tradimento, Aulici surrogati al valor irìanco; Sparger tenta i dissidj, e lo sgomento D’iniqui un branco. Della sozza tirannide spirante Le vigliacche e maligne arti son queste. —• Deh! non sia 1’empia a suscitar bastante Le gare infeste. E con le gare, è con lo stolto alletto Di municipio, che tradirci spera; Poi sul discorde alla difesa inetto Piombar più fiera. — AH’armi! all’armi! o Veneti, o Lombardi, L’armate destre in nodo amico strette, Terribil siepe oppongasi ai codardi Di bajonette.