548 Ma come? Fu esentato dalFincalcolabile frutto (cioè usura) per tutti quei pegni che verranno scossi tino a tutto il mese di luglio. Ma che avvantaggi sono questi per il povero, che da 4 mesi langue, per li affari passati e presenti, e che non à più sostanze, onde sostenere la pura esistenza, essendo a molli tolto ogni mezzo di guadagno, ancorché avessero questi buone disposizioni? La verità è, che chi non sente questi affanni, non pensa ad altro, che a belle armi pendenti per susurrare per le \ie, ed altri ricchi sordidi non darebbero l’aria per respirare ai suoi fratelli. Che cosa dunque devono far questi infelici? Noi tutti di questa,classe confidiamo nella sapienza del nostro Governo provvisorio, perchè siano praticati anche qui i mezzi voluti da tali circostanze, nominando una Commissione di un Cittadino artiere o bottegajo, noto e caritatevole, per parrocchia, il quale proponga il meglio, a breve termine. In corrispondenza di questo vi offriamo tutti la vita stessa per li bisogni della patria. Viva l’Italia! Viva San Marco! Viva la Repubblica! ANTONIO CASTAGNARI Legatore di libri sotto la Torre di San Marco A ROME DI MOLTI. 14 Aprih. ORRORI DI CESARE 61*1(1. Dovere di giornalista, lealtà di testimonio, gratitudine verso una popolazione che con tanta benevolenza accolse e me ed innumerevoli altri Lombardi e mostrò per tutti noi una così affettuosa simpatia, mi mettono la penna in mano non per rilevare i plagi o li strafalcioni di cui si fece reo il cavaliere Cesare Cantù nello scrivere la storia passata, ina per ribattere le falsità con cui ha deturpata la contemporanea; anzi quella di cui egli e noi e migliaia di altri furono spettatori. Il signor Cantù, in cui la virtù principale non è la modestia, e che non sa scrivere due linee senza lodare ed incensare sè medesimo, arrivava in Torino il 22 o 23 del passato gennaio, annunciandosi fuggito alle perquisizioni dell’austriaca polizia. Egli stesso ne informò i giornali, i quali occupati di altre e ben più interessanti faccende, appena badarono a lui. Allora egli ai 7 febbraio pubblicò una semplice informazione, che a molte migliaia di copie faceva gratuitamente distribuire in tutti i calle, e con quella specie di autorio-gralia ei pretendeva di distrarre l’attenzione di Torino, anzi di tutta l’Italia, dai gravi avvenimenti sotto la cui azione si rigenerava la patria nostra, per occuparli esclusivamente delle piagnucolerie, delle miserie, delle pene, delle afflizioni, e delle vere o pretese persecuzioni di cui si diceva vittima il cavaliere Cesare Cantù. Ma oltrecchè egli aveva mal scelto il suo punto, e che la pubblica attenzione era assorta da fatti di un interesse molto più vitale, le menzogne evidenti, le malcelate calunnie,