758 La patria è iu pericolo 11011 solo per la presenza dell’aborrito nemico , ma per le urgentissime spese della guerra, per le eventuali inden-ìiizzazioni verso i fratelli che soffrono la guerra guerreggiata sul loro suolo, pel cumulo di carte infruttifere e di pensioni che ci hanno legato i nostri agonizzanti padroni, per la incertezza sulle basi delle liquidazioni del debito pubblico col loro governo, che anche negli ultimi suoi ¿meliti non mancherà di compiere gli esempii delle sue ingiustizie. Nè per solo debito cittadino siete chiamali, o doviziosi, a dividere coll’oro c col sangue i pericoli della patria, ma anco pel sacro dovere di prevenire civili discordie per l’avvenire e per vieppiù rassodare lo edificio dell’unione e dell’amore; poiché i fratelli delle Provincie che piangono per la desolazione delle loro terre e per le vite de’ loro cari, vi domanderanno a ragione nel di della gloria, con quali mezzi corre-spettivi abbiate preparate le sorgenti per alleviare i danni comuni. Cittadini doviziosi! Cessato, per la Dio grazia, il governo del mistero, nel dì della rigenerazione siete chiamati a rendere pubblica ragione della proporzione tra quello che avreste potuto fare e quello che avrete fatto. Cittadini doviziosi! il tribunale dell’opinione, mole potentissima di un libero governo, vi terrà stretto conto del bene e del male con una giustizia ed altezza molto più proporzionale di quella che esercitassero su voi i comuni oppressori col vendervi chiavi e bindelli. Cittadini doviziosi ! Sta in voi l’apprestare i mezzi affinchè la patria non inscrivi i vostri nomi nella vergognosa pagina dell’inazione. Assoldale, a misura della vostra potenza, corpi di volontarii ed in ispecie di militari in congedo da cinque anni, onde per essi si compongano truppe regolari e di sussidio accorrenti insieme ai gloriosi Pontifici e Napolitani al pericolo della patria sul 'ragliamento, sull’Isonzo e sul Piave. Ai crociali poveri che dividono i più gravi stenti e pericoli per voi sotto Palma ed altrove mandate scritti di emulazione, speranze di collocamento. Ricercate delle loro famiglie, asciugate le lagrime dei loro genitori, delle loro mogli e dei loro figli, e confortate con promesse 1’ avvenire di questi miseri, se il destino malaugurato ne facesse degli oriani c delle vedove. Domandate al Governo che instituisca fra i più degni di voi un Comitato di Beneficenza che ponga a frutto per la ricchezza nazionale le vostre ricchezze individuali, ed affinchè , nel secreto dicevole alla indole di sì dilicata missione, il Comitato medesimo appresti i mezzi per influire su i più riottosi fra voi. Spedite a vostre spese sacerdoti di mente e di cuore nei Distretti e nelle Provincie ad imitare il vostro esempio, a rincuorare i popolani e ad animare coi sacri nomi di nazione e di patria le virtù di alcuni moderati ricchi che , nel silenzio delle ville , non aspettano che la scintilla per rispondere ad alti generosi di cittadina pietà. Già i sacerdoti non hanno duopo che di un cenno, poiché, grazie a Dio ed a Pio IX , sono divenuti srli elementi più preziosi di civiltà e di amore.