590 splendore, d’insudiciare la strada, su cui, spinti a calci e riluttanti, questi liberali di ieri si misero snltdlaudo e gracchiando Ira i gemiti dui morenti fratelli e gli evviva dei fratelli risorti. Poiché costoro, cui accenno al principio di questo scritto, non sanno della patria se non che il nome, dimenticato lino ad oggi, o serbato nell’anima schiava come tradizione, come una moneta dell’incenerita Pompei in un gabinetto di numismatica, poiché della patria non sanno venerare il passato, presentire con ¡schiette speranze il futuro, costoro si gettano a corpo perduto nel dubbio che avvelena, nel sarcasmo che disonora, nella maldicenza che vitupera gli avvenimenti più. sacri. E non ultimo argomento ad essi è lo sparlare delle donne, non perchè donne soltanto ma perchè italiane; non perchè sieno rimaste inoperose nel comune periglio, ma perchè anzi profersero l’umile opera loro, il braccio, l’ingegno, l5affetto possente, onde non essere gridate imbelli come dai tempi di Giuditta e di Debora fino a dì nostri furono sempre, e con vergogna di noi tutti, chiamate. A questo spettacolo sublime e tremendo- dJ un popolo che sorge quanto più compresso più ardito, e le catene fa piedistallo a salire sull’alto trono della libertà, in questo ricambio di esempii generosi fra cittadini, di prove magnanime ad una patria redenta, le donne d’Italia non hanno voluto starsene testimonii indifferenti. Giudici del torneo, quando si combatteva per un fiore o una sciarpa, elleno scesero ora nella lizza e vollero giudice solo Iddio al torneo, in cui per la patria si muore! Così sorsero tutte dietro ai fratelli pugnanti, e le città della Lombardia e del Veneto non seppero più tener numero degli atti di coraggio, di ardire perfino, di abnegazione solenne, con cui le cittadine si mostrarono degne di questo nome sì caro e conquistato da noi. Dimenticali i titoli e le cascheggianti abitudini, che maturarono la schiavitù comune, una coorte di amazzoni si gettò attraverso le barricate, fulminando col moschetto gli Austriaci; lasciarono i figli, non piangenti dell’abbandono materno, perchè intenti a combattere per questa madre di tutti, la patria; lasciarono le tranquille abitudini, le geniali dimore_, i vagheggiati telai, su cui forse un nome venne a posarsi dapprima nelle solinghe giornate —-c corsero tutte ad offrire la vita propria per la vita de’figli loro, perla vita di tutti, la libertà della patria! Molte caddero pugnando, e non vinte; la morte loro fu retaggio di santa vendetta ai superstiti fratelli — quel sacrifizio non si sarebbe consumalo senza lagrime e sangue ! Infelici ! ebbero lagrime per i figli, per i mariti, per gli amanti — ebbero sangue per l’Italia che questo prezzo del suo avvenire ne chiese! La vostra memoria, o defunte sorelle dei liberi, sarà palladio dei riconquistali diritti; il sangue vostro metterà frutti di pace, di concordia operosa in chi resta ad ammirarvi e invidiarvi! Perchè i vostri nomi sono già scolpiti nel cuore di quanti amano Italia. — Giustizia di Dio! La mano ambila dallo straniero, codardamente ambita come stromento d’oppressione più facile, o come aiutatrice a vili disegni da Gesuiti e da g°" gna, quella mano si arma a trucidare il violento, a smascherar l’impostura! E dappertutto e senza tregua e senza patteggiar col passato' Mentre a Milano ed altrove muoiono le difenditriei magnanime, in oltre