416 tegli ¡1 nome più puro di Washington : ecco il nome che vuoisi oggidì proclamare, come il nome della libertà moderna eh' egli è. Il mondo non abbisogna più ora del nome d’un politico, del nome d’un conquistatore , ma del nome dell’uomo più disinteressato, più devoto al popolo. (Sì! sì! Applausi). Un Washington europeo, ecco il bisogno del secolo; il popolo, la pace, la libertà! (Nuovi applausi). Non entrerò , come ben immaginate , con voi in nessun particolare circa le diverse materie politiche, che la vostra unione nazionale dee ventilare nella pienezza del suo libero arbitrio, ed al coperto da ogn’influsso internazionale. Noi abbiamo promulgato il dogma del’rispetto delle nazionalità, dei governi o dei popoli : non mentiremo mai a tal dogma, tanto rispettoso pei popoli e pei governanti, quanto per noi stessi. L’indipendenza delle nazioni nella scelta del reggimento interno, che lor si conviene, è la bandiera della Repubblica francese. Noi vogliamo che ella sventoli dalle due parti delle Alpi, dalle due parli dei Pirenei, dalle due parli del Reno ! Nè timore, nè compiacenza, nò tampoco predilezione, ci faranno venir meno a tale principio : egli è il principio della libertà dei popoli e della sicurezza de’ governanti nelle loro relazioni con noi. Ma mi rimprovero di trattenervi sìa lungo. (No! no!) Bisogna perdonarmelo, poiché mi sento fratello in tutti i figliuoli della famiglia italiana (Applausi). Io vi do ora, senza dubbio, in nome della Francia, l’addio. Voi udite di qua i vostri fratelli di Napoli, di Roma, di Firenze, di Genova, che vi chiamano. Voi andate certo a raggiugnerli, ed a fortificarli in breve con la vostra cooperazione a quell impresa pacifica, e già compiuta, spero, delle costituzioni novelle d’ogni natura , che la diversità degli stati dell’Italia fa sorgere dai costumi, dai bisogni, dagl’interessi, dalle forme de’suoi diversi Governi. (Sì! Si! ci andiamo lutti). Poiché la Francia e l’Italia non formano se non un solo nome nei nostri sentimenti comuni per la sua rigenerazione liberale, andate dire all Italia ch’ella ha figliuoli altresi da questa parte delle Alpi ! (Applausi). Andate dire che, s’ella fosse assalita nel suo suolo o nell’anima sua, nei suoi limiti o nelle sue libertà, che se le braccia vostre non bastassero a difenderla, non più voli soltanto; ma le offriremmo la spada della Francia per preservarla da qualunque invasione ( Applausi unanimi ). E non v’inquietate, 11011 umiliatevi di questa parole , cittadini della Italia libera! Il tempo ha illuminato la Francia e le diede in ragione, in saggezza, in moderazione, quanto ell’ebbe un tempo in impazienza di gloria ed in sete di conquista. Noi non vogliamo pili conquiste se non con voi e per voi : le conquiste della mente umana. Non abbiamo più ambizione se non per le idee. Siamo abbastanza ragionevoli ed abbastanza generosi sotto la Repubblica d’oggidì, per correggerci anche di un vano amore di gloria. Il nostro amore per l’Italia è disinteressato, e non abbiamo se non l’ambizione di vederla immortale e grande, (pianto la terra eh’ ella eternò del suo nome. Le grida iterate di Viva Lamartine! Viva il governo temporario! Viva la Repubblica! accolgono questa allocuzione; indi Andrea Mazzini, uno dei deputati, piglia a parlare così :