— 93 — varie parti del Friuli, a conclusioni non meno importanti ci conduce il caratteristico sviluppo delle due curve. Non si può pensare ad un capovolgimento della situazione economica nel circondario di Tolmezzo, come a quello che determinerebbe un rallentamento dell’emigrazione negli anni successivi al 1902, troppo rapido essendo il passaggio da una fase all’altra. Si può, invece, più ragionevolmente ammettere che ad un periodo di massimo sbocco oltre i confini subentri un periodo di sosta, che starebbe ad indicare quasi l’esaurimento di una fonte, cui si è troppo attinto. Questa fase di rallentamento, del resto, sia pure in tonò minore, si nota anche nel complesso della provincia. Come non bisogna dimenticare che è proprio in questo periodo di sosta che, come abbiamo visto, l’incremento della popolazione assume un ritmo più intenso di quello degli anni antecedenti e successivi. Che si tratti, poi, in massima di un movimento emigratorio oltremodo considerevole è facile intendere oltre che dalla rappresentazione grafica, anche dalla semplice lettura dei numeri indici, quando si pensi che il dato base è, rispettivamente, per le due serie relative alla provincia e al circondario di Tolmezzo, di 17.871 e 3.608 emigranti. Mettiamo pure in evidenza la ripresa assai forte, che si era manifestata negli anni immediatamente antecedenti lo scoppio della- guerra mondiale, e lo sbalzo pure considerevole della curva nel periodo post bellico, in cui è il mercato francese del lavoro quello che esercita una particolare attrazione. L’andamento, infine, pressoechè uniforme delle due curve, caratterizzate da una continua successione di sbalzi, parrebbe escludere che la determinante della emigrazione sia da ricercarsi unicamente in una particolare situazione economica. Le condizioni economiche della pianura e della collina non sono certo paragonabili con quelle della montagna. Gli è che in realtà nello spostamento di ingenti masse di lavoratori influisce molto, oltre che la ricerca del necessario per vivere, anche la convinzione di trovare altrove un tenore migliore di vita : quella convinzione che nella massa si diffonde improvvisamente, per un vago affluire di notizie, che passano di bocca in bocca, e sulla cui diffusione non è stata estranea in Friuli l’opera poco simpatica di interessati speculatori di braccia da lavoro.