— 91 — la popolazione così calcolata e quella risultante dal sec ondo censimento considerato; ripartire, infine, tale differenza negli anni intermedi, o in quote eguali, o in quote proporzionali, corrispondenti, per esempio, alla curva dell’emigrazione annuale nel medesimo intervallo di tempo. Ma noi siamo d'avviso che questi artifici, in ispecie quando le lacune da colmare sono di una certa intensità, e la natura dell’assenza di una parte della popolazione non è ben conosciuta, siano del tutto arbitrari e possano precostituire i risultati definitivi dell’indagine statistica. Noi, pertanto, abbiamo seguito criteri del tutto particolari, che più oltre sono esposti in dettaglio. Frattanto, a documentare la necessità del nostro indirizzo, premettiamo una rapida rassegna del fenomeno emigratorio, rassegna che lia appunto lo scopo di mettere in risalto il notevolissimo peso esercitato dalla emigrazione sul movimento demografico del Friuli. 44. — Si può dire che la configurazione stessa della regione friulana abbia provocato in tempi lontani e vicini un continuo flusso di correnti emigratorie. Quando la montagna era la naturale sede della popolazione, si scendeva al piano, nella stagione propizia, per cogliere i frutti naturali della terra. Quando a valle già erano sorte le prime propagini delle abitazioni montane, ai monti si ritornava non appena giù da Oaporetto si affacciavano le orde di invasori. Quando, mano a mano, attraverso i secoli, il medio e il basso Friuli si popolano di centri abitati, il verificarsi di eventi bellici o di avverse condizioni ambientali, nell’ingrato e rudimentale primo sfruttamento della terra, spinge la popolazione a rifugiarsi in oasi sottratte alle devastazioni della guerra, o poste in una situazione economica particolare. Ma sempre, continuamente, dal monte la popolazione si spinge al piano, verso il mare. Si può dire, però, che sino al secolo XIX, l’emigrazione in Friuli è una emigrazione essenzialmente interna alla regione friulana. E’ solo nel secolo XIX, collo svilupparsi dei mezzi di comunicazione, con l’aprirsi dei grandi mercati di lavoro nei paesi europei industrialmente più progrediti, che si comincia da parte del lavoratore friulano a guardare oltre i confini della sua terra. Il censimento austriaco del 1857 registra 14.000 individui assenti dai propri focolari ; il primo censimento italiano del 1871