— 171 — che nel 1919 il popolo friulano ha dovuto iniziare la ricostruzione delle proprie basi economiche. La ricostruzione, invero, è proceduta dapprima con una certa rapidità e intensità, stimolata dal pagamento dei danni di guerra, effettuati in buona parte ini periodo d’inflazione monetaria. D’altra parte, nell’immediato dopo guerra i mercati interni ed esteri del lavoro offrono possibilità di largo sbocco per la manodopera friulana, così che si assiste ad una rigorosa ripresa del movimento migratorio, diretto particolarmente, come abbiamo già accennato, in Francia. La vivace ripresa economica, però, è di lieve durata. Il risarcimento dei danni di guerra, sia per la lentezza della liquidazione, che in taluni casi ancora oggi non è definitiva, sia per la decurtazione delle denuncie, ha perduto in effetto la funzione di un compenso vero e proprio dei danni subiti, e non ha assecondato in pieno lo sforzo della ricostruzione. Lo sconvolgimento economico, che negli ultimi anni incombe sul mondo intero, ha aggravato la situazione, creando un grave squilibrio fra potenzialità demografica e potenzialità economica, squilibrio che incide particolarmente l’economia agricola. Nell’anteguerra, infatti, annualmente un certo contingente di operai friulani varcava i confini, per battere i mercati esteri del lavoro. Nel quadro economico della provincia, tale corrente emigratoria (a prescindere dal problema del danno e dell’utilità della corrente stessa) presentava caratteri di continuità, e veniva quasi esclusivamente alimentata da famiglie agricole. Gli emigranti, cioè, in massima parte operai non qualificati, erano membri di famiglie agricole, che per una saturazione demografica, più o meno intensa, dell’agricoltura, dalla ter ra passavano all’industria e si riversavano all’estero. Dati i caratteri di continuità di questo sbocco, l’efficienza agricola poteva, dunque, agli effetti demografici, fare affidamento su un regolare spostamento economico di notevole intensità. Negli ultimi anni, invece, lo sbocco emigratorio, e quindi lo spostamento economico, di masse agricole, appare eccezionale giacché i mercati extra-provinciali del lavoro si trovano in condizioni eccezionali. Per questo, l’agricoltura friulana è sottoposta oggi ad una forte pressione demografica, e versa, pertanto, in condizioni di disagio.