26G So pure il Governo austriaco volesse ritenere irregolare ed arbitrai, ria la condotta tenuta ili quell’incontro dal Comandante la citta e tortezza di Venezia, ciò non pertanto egli deve subirne le conseguenze, ne può rettamente operando addossarne la malleveria agli ufliziali italiani, che si trovavano a Venezia, i quali nulla più Cecero degli tilluiali tedeschi, uniformandosi alla Capitolazione, in forza della quale se i primi rimasero al loro posto, i secondi ricevettero il trimestre di paga ed abbandonarono la Piazza. Ma in questo riguardo il Governo austriaco non trovò anzi censurabile quella Capitolazione, mentre tanto a Vienna, che a Trieste per volontà espressa dell’imperatore furono successivamente messi In liberti e diretti anzi a Venezia gli utTi/iali non solo, ma anco i marinari italiani^ il cui onore chiamava a sacrare la vita loro in difesa della patria, muniti tutti di regolare congedo, e tanto gli uni come gli altri con tr< tncsi di paga. Come possono adesso questi ufliziali, soli in confronto di tutti, estere trattali indistintamente quai ribelli, condannati ad esulare raminghi pel mondo colle loro famiglie, a peggior condizione dei grandi colpevoli, che in conseguenza di formali processi per santa legge di umauiti vengono da alcune Nazioni deportati bensi, ma provveduti sempre di terra e di vitto? Se nel 23 marzo si fosse impegnata una lotta sanguinosa, se l'Autorità militare austriaca si avesse trovalo a fronte questi utlìziali italiani armati per debellarla e cacciamela, se colle stragi e col sangue si avesse segnato una pagina d’odio eterno fra nazione e nazione, quale maggior vendetta potrebbe ora prendere il Governo austriaco? Le leggi di umanità avrebbero certo impedita una vendetta sanguinosa e brutale, propria di altri tempi, nè più che I*esigilo avrebbe»! potuto infliggere ad un numero cosi grande di cittadini della nostra disgraziata Venezia. E l’esiglio appunto s’impone nell'offerta Capitolazione a migliaja di cittadini, e lo ai iodica come una concessione. Se quell’articolo non è male spiegato, si presenta spoglio affatto d'ognì sentimento ragionevole, umano e politico. Impolitica si presenta quella condizione, perché in se comprende la necessità di resistere. Se quelli che tengono la difesa della Piazza sono messi fuori della legge, e si vedouo esclusivamente colpiti, hanno ben ragione di preferire a quei patti una morte gloriosa, ma di mantenere la difesa, perché in* segna natura di prolungare il più possibile la propria esistenza, come sentono il dovere di non cedere a violenta oppressione, di non abbandonare il paese alla rovina ed al disonore. PIETRO MILESI Uditore.