452 A destra : No 1 no f A sinistra : Domandiamo il differimento a domani. A destra : No ! no ! parlate I IJnu voce a sinistra : Resteremo qui fino a mezzanotte. Il sig. Jules Favre: L’Assemblea è perfèttamente padrona di fare ciò che vorrà. Ma i dissidii politici non possono impedire d’ osservare alcuni riguardi verso un collega. Questi riguardi li aspetto qui, e ricordo alPAssemblea che ognun sa eh’ io sono stato e sono ancora in uno stato di grande patimento e di fatica. Dopo ciò PAssemblea farà quello che crederà ; sono a’ suoi comandi. Molte voci : Parlale ! Parlale ! L’Assemblea rimette la discussione al domani, e toglie la sessione ¡1 sei ore e mezzo. Sessione del 7 agosto. Il sig. Jules Favre: Signori, nella sessione d’ieri dimostrai in modo incontrastabile, che Io scopo della spedizione romana era slato di proteggere, e non di soffocare la libertà italiana. Dimostrai egualmente che le parole date dal gabinetto, le sue istruzioni, i bandi de’suoi agenti conducevano tutti alla medesima conseguenza; e infine che se il generale Oudinot aveva nella giornata del 30 aprile impreso una dimostrazione ostile, l’aveva fallo senza istruzione per parte del suo governo, e contro alle proprie istruzioni. Ne volete, signori, solo due pruove, e perentorie? Un onorevole membro di quesl’Assemblea, che lutti consulteremmo se avessimo un punto d’onore da risolvere, l’onorevole generale Bedeau s’indignava nella sessione del 47 maggio al pensiero, che si potesse alla leggiera proferire una parola di biasimo contro uno de’suoi fratelli d’arme, ed egli, nella ignoranza de’falli, generosamente saliva in bigoncia per difenderlo. E che diceva, egli che conosceva tutla l’estensione del dover militare? Ch’era impossibile che un comandante supremo d’una spedizione, prendesse, senz’ordine, sopra di sè un passo, una decisione così grave, quanto quella che poteva condurre una guerra con una potenza amica. Tali erano, o signori, le parole dell’onorevole generale Bedeau: ei diceva ch’era impossibile che il generale Oudinot agisse senza istruzioni. E più tardi, signori, come si spiegava in questo particolare il ministro degli affari esterni? Egli diceva: la questione è questa. Abbiamo dato per istruzioni al generale Oudinot di attaccare la repubblica romana? Ebbene, queste sono questioni di buona fede; invoco tutti coloro che hanno letto le istruzioni, e loro chieggo se ci trovano una sola indicazione di questa fatta. Fu detto che il generale Oudinot doveva fare un’intimazione al governo romano perch’ei deponesse il potere; chieggo che si produca la pruova di tale intimazione. Laonde nel pensiero del sig. ministro, le istruzioni, date al generale Oudinot, non lo autorizzavano a muovere contro Roma. Il generale Oudinot avrebbe dunque oltrepassato il suo mandato; ed ebbi diritto di dir