250 convocala più presto è possibile in comitato segreto, mule lilieramerlf discutere sulla nostra condizione, e fare al Governo, espressamente in. vitalo ad intervenirvi, tulle le necessarie interpellazioui, Él Happretmlnnle Don. Nardo G. D. — ra &.-»■ --— 2G Luglio. DIFESA DI VENEZIA. • Qualunque possano essere gli effetti della pertinace difesa dei Veneti , essa rimarrà pur sempre un latto memorabile nella storia di questi tempi. Vi sono atti che non abbisognano della fortuna dei successo |xr essere commendati, avendo in sé stessi la virtù che persuade I’ a ni »» »razione a tutti gli animi generosi, senza che nulla vi possa diversità «li partito. « Ed infatti questa lode sincera, che uni diamo ai Vendi , fu già loro consentita dagli stessi avversarii, i quali approvarono I» prudenza civile colla quale la città si reggeva per il senno del suo dittatore, t non rifiutarono di scendere a dignitose trattative d'accordo. Che se le proposte condizioni furono rigettate dai Veneti, a noi non »spelta »1 sentenziare se bene o male facessero, imperocché chi sta in armi e combatte, non è giusto che soffra il giudizio di chi vive »»curo e riposalo O • Le cose accadute a Venezia in quest' anno, pieno di turbamenti * di contraddizioni, dovrebbero essere di un grande esempio per gl’Italiani , se gl'italiani si giovassero mai di studiare uliliuenle la propria istoria. Venezia è stata il solo paese d'Italia, dove i cittadini, francali dalla caduta signoria, sieno riusciti a stabilire un governo che meritasse Un tal nome. Perchè questo ? Perchè unicamente a Venezia il potere «vide iu mano d'uomini savii e prudenti, i quali seppero guadagnarsi I* fiducia ed il favore universale, e, forti nei loro propositi, uon badarono a contentare le insanie dei sedicenti tribuni del po|>oln. « Venezia fu il solo paese d'Italia, dove i girovaghi faccendieri politici trovassero inala accoglienza: il governo costituito era più forte 4» loro, c rifiutò, come deve ogni savio governo, di farsi condurre a rimorchio dalle ¡azioni della piazza. Però alcuni di questi urlatori di circoli e di dimostrazioni, costretti a sfrattare dalle lagune, dicevano cli< a Venezia non v’era di repubblica che il nome, e la città era governi1 da una tirannica dittatura. Lo stesso discorso fanno della Francia i socialisti cd i rossi, e lo farebbero d'ogni paese ove non fosse confusione ed anarchia, o dove uon regnassero essi, lasciando agli altri quella tale libertà, della qual« noi miseri abbiati» fatto esperimento. « Noi diciamo francamente, senza timore d'essere smentiti, che * Manin non rimandava in Urratcrma certi frati is|*irati, e certi eroi di (*) Tilt liserbo ufi gimticare i «pici Hi piti ebe )i poiu »llrnjcie hi wf »■•liti da un gtcmclc fioientioo.